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La mamma di Leonardo, morto in uno schianto: “Il Gps dava l’auto ferma, così mio marito ha scoperto l’incidente”

“Il Gps segnava la macchina ferma sotto il cavalcavia di Albano, dopo un po’ era ancora lì. Mio marito è uscito ed è andato a controllare sul posto cosa fosse successo. Si è trovato davanti la scena dell’incidente”: a dirlo è la mamma di Leonardo, il 24enne morto in un incidente stradale mentre tornava a casa in provincia di Bergamo.
A cura di Ilaria Quattrone
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All'alba di sabato 15 febbraio – precisamente alle 5.30 – sulla strada statale 42 si è verificato un incidente stradale. Un ragazzo di 24 anni, Leonardo Longaretti, è rimasto coinvolto in un incidente mentre tornava a casa con la sua automobile a Gorlago, comune che si trova in provincia di Bergamo. Lo studente iscritto alla facoltà di Ingegneria al Politecnico di Milano era alla guida della sua automobile quando si è verificato lo schianto. 

Il veicolo del ragazzo, a causa dell'impatto, avrebbe preso fuoco e il giovane non sarebbe riuscito a liberarsi: sarebbe morto tra le fiamme. "Il Gps segnava la macchina ferma sotto il cavalcavia di Albano, dopo un po’ era ancora lì. Mio marito è uscito ed è andato a controllare sul posto cosa fosse successo. Si è trovato davanti la scena dell’incidente", ha raccontato la madre al quotidiano L'Eco di Bergamo.

Il ragazzo doveva rientrare a casa perché alle 7 sarebbe dovuto partire per la montagna: "Quando alle 6.30 ho visto che non era ancora rientrato abbiamo provato a chiamarlo al cellulare ma non rispondeva. Abbiamo pensato che stesse dormendo. Il Gps continuava a dare come posizione il cavalcavia di Albano, ma al cellulare non rispondeva". Purtroppo il giovane era rimasto coinvolto nell'incidente.

Il corpo del ragazzo si trova all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Martedì pomeriggio alle 15 si svolgerà il funerale nella chiesa di Gorlago. Lascia la madre, il padre – che è anche vicesindaco – e i fratelli Valentina e Francesco.

"Da dicembre era rientrato a casa (per il termine del semestre e stava dando gli esami a Milano) e il 21 febbraio sarebbe dovuto rientrare in Corea per questa esperienza all’estero di cui era molto orgoglioso", ha spiegato ancora la mamma. "Ci parlava entusiasta di quello che stava facendo, l’Università di Kaist ce la descriveva come una città. Aveva questo sogno: avrebbe voluto vivere, lavorare all’estero".

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