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La mamma di Giulia Tramontano: “Vorrei che in tribunale si parlasse solo di te, manchi Giuliè”

“Per me la pace non esiste in nessun vocabolario. Manchi Giulié”: la mamma di Giulia Tramontano scrive una storia su Instagram poco prima l’inizio di un’altra udienza per Alessandro Impagnatiello.
A cura di Giorgia Venturini
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Si ritorna in aula oggi giovedì 27 giugno per un'altra udienza sul processo ad Alessandro Impagnatiello, il 31enne che nel 27 maggio 2023 ha ucciso con 37 coltellate la compagna Giulia Tramontano, incinta al settimo mese, nella casa che i due condividevano a Senago, alle porte di Milano. Oggi verranno nominati i periti incaricati dalla Corte d'Assise di svolgere la perizia psichiatrica super partes sull'ex barman che rischia l'ergastolo.

Prima dell'inizio dell'udienza la mamma di Giulia Tramontano, Loredana Femiano, ha scritto una storia su Instagram: "Oggi Giulia ancora in aula ma io come sempre vorrei che si parlasse solo di te. Che tutti ti avessero conosciuta. Che tutti sapessero chi eri, chi sei. E allora al diavolo tutto. Basterebbe per arrivare alla fine. Basterebbe per darti giustizia. Basterebbe a darti pace. Ma solo a te e al piccolo perché per me la pace non esiste in nessun vocabolario. Manchi Giulié. Vorrei potertelo sussurrare in un orecchio quando mi dicevi mamma io ti amo da morire resti tra noi mi raccomando".

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Oggi si è ritornati in aula. La perizia servirà ad accertare la capacità di intendere e di volere dell'imputato al momento dell'omicidio. Intanto la diagnosi della dottoressa Silvana Branciforti, psicologa nominata dalla difesa, aveva spiegato che: "Il signor Impagnatiello ha un disturbo di personalità di tipo paranoide e ossessivo. A un certo punto non funzionava più bene, come funzionava prima di cominciare le due relazioni parallele. Quando si sono insinuati i disturbi di personalità, quindi è incominciato il mare di bugie che lui ha detto". Sarà la perizia psichiatrica super partes a spiegare, seppur in parte, perché l'imputato sia arrivato a uccidere con 37 coltellate alla compagna incinta.

In aula Impagnatiello, durante la sua deposizione, ha tenuto a precisare: "Non sono pazzo". E poi ha continuato: "Quando ho saputo che avevo dato a Giulia tutte quelle coltellate non ci potevo credere, ho mimato il gesto con la mano in cella. È soffocante". Infine: "Vorrei poter tornare indietro, ma non si può fare".

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