La Lombardia verso la zona rossa per altre due settimane: oggi il monitoraggio dell’Iss
Si fa sempre più concreta la possibilità che la Lombardia rimanga un'altra settimana in zona rossa: dopo quanto affermato nei giorni scorsi dal direttore generale al Welfare di Regione, Guido Pavesi, secondo il quale "in questo momento abbiamo una stabilità dell’Rt e non abbiamo elementi per poter dire che torniamo indietro", è facile pensare che – nonostante il consueto monitoraggio del venerdì dell'Istituto superiore di Sanità – non ci sia la possibilità che la Regione torni in arancione.
Preoccupa la pressione sugli ospedali
La Lombardia è nella fascia più critica dal 15 marzo scorso. La speranza era che, dopo le canoniche due settimane, la regione potesse entrare in zona arancione per qualche giorno prima della stretta nazionale imposta per le festività pasquali. Stando all'ultimo decreto infatti tutta Italia il 3, 4 e 5 aprile sarà in zona rossa. Nonostante l'indice Rt sembrerebbe essere in calo, a preoccupare è la pressione sugli ospedali e in particolare sulle terapie intensive. Ieri per la prima volta si è registrato una lieve diminuzione dei ricoveri (7.132 rispetto al giorno prima che erano 7.178) e una stabilità nelle terapie intensive con 845 ricoveri come il giorno precedente.
L'incidenza dei casi che fa scattare la zona rossa
Oltre la pressione sugli ospedali e nei pronto soccorso, a decretare il prolungamento della zona rossa è l'incidenza dei casi ogni centomila abitanti. Secondo le ultime disposizioni per evitare la fascia più critica è necessario avere meno di 250 casi ogni centomila abitanti. A livello regionale si rileva un'incidenza di 293 casi positivi per 100.000 abitanti. A registrare l'incidenza più bassa sono le province di Bergamo e Lodi, ancora sopra i 250 invece Brescia (tra i territori più colpiti dalla nuova ondata di contagi), Mantova, Como, Cremona e Monza.