La Lombardia rischia la zona rossa: oggi il monitoraggio dell’Iss
Sono stati 5.849 i casi registrati ieri in tutta la Lombardia: di questi quasi seimila casi oltre mille si sono avuti in provincia di Milano e in provincia di Brescia. Dati che alimentano la possibilità che la Regione diventi presto zona rossa. Nella giornata di oggi, venerdì 12 marzo, è infatti atteso il consueto monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità e la cabina di regia che decreterà un eventuale passaggio in un'area più a rischio.
Preoccupa l'aumento dei contagi e dei ricoveri
Ad aumentare non sono solo i contagi, ma anche i ricoveri nei reparti e nelle terapie intensive. Molti ospedali sono sotto pressione e diverse strutture ospedaliere di Brescia hanno trasferito i propri pazienti in strutture limitrofe. La situazione ha spinto molti esponenti, come lo stesso presidente di Regione Attilio Fontana, a parlare di terza ondata . Per contenere la diffusione del virus e la rapidità con la quale circolano le varianti, soprattutto quella inglese, sembrerebbe essere necessario adottare misure più restrittive. Rispetto alla scorsa settimana inoltre è aumentato l'indice di contagio Rt, parametro essenziale per comprendere la velocità con la quale il virus si sta diffondendo. Stando alle stime realizzate da alcuni data analyst, grazie ai dati comunicati da Regione Lombardia, l'indice dovrebbe essere a 1,3 in un intervallo compreso tra 1.28 e 1.32 e oltre la soglia di allarme. In base a questo valore infatti il territorio dovrebbe essere in zona rossa considerato che la soglia minima per entrarci è fissata a 1.25. Anche la stessa Agenzia per la tutela della salute di Milano, nei giorni scorsi, in base ai dati forniti aveva mostrato che l'indice Rt della provincia si attestava a 1,28.
Come cambierebbero le regole
Qualora si dovesse passare in zona rossa, cambierebbero nuovamente le regole: ci sarebbero maggiori restrizioni agli spostamenti che sarebbero consentiti solo per motivi di lavoro, necessità e salute motivati con un'autocertificazione. Non ci si potrebbe spostare né all'interno dei comuni, se non per i motivi elencati precedentemente, né fuori da esso. Bar, ristoranti e negozi sarebbero chiusi insieme a tutte le scuole di ogni ordine e grado. Rimarrebbero aperti solo le attività commerciali che vendono beni di prima necessità.