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Guerra in Ucraina

La Lombardia è pronta ad accogliere 100mila profughi ucraini

La Lombardia sta predisponendo un piano per accogliere 100mila profughi ucraini. Lo ha riferito il presidente Attilio Fontana. Si valuta di convertire in luoghi di accoglienza anche alcune case popolari dell’Aler.
A cura di Francesco Loiacono
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Alcuni profughi ucraini al confine con la Polonia (LaPresse)
Alcuni profughi ucraini al confine con la Polonia (LaPresse)
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La Lombardia è pronta ad accogliere 100mila profughi ucraini. Lo ha detto il presidente della Regione Attilio Fontana in un'intervista a Radio24. La stima, piuttosto elevata se si pensa che in tutta Italia sono previsti circa 900mila profughi, è stata fatta tenendo conto della già nutrita comunità ucraina che vive entro i confini regionali: sono 55mila persone. Fontana stima che possano arrivare una o due persone per ogni ucraino residente: "Probabilmente saranno meno, però ci dobbiamo preparare per una evenienza di questo genere".

Si pensa di utilizzare per i profughi alcune case Aler

Per questo motivo Fontana ha spiegato che le autorità regionali stanno predisponendo un piano per la distribuzione dei profughi in tutta la Lombardia. Già ieri la vice presidente Letizia Moratti aveva annunciato di aver messo a disposizione otto Covid hotel – cinque a Milano, due a Bergamo e uno a Varese – che saranno adibiti a centri di accoglienza. Per ulteriori posti, Fontana ha detto che si sta facendo una ricognizione anche degli immobili Aler, le case popolari gestite dalla Regione, per capire se anche alcune abitazioni possano diventare centro temporanei di accoglienza dei profughi. In parallelo si stanno mobilitando anche organizzazioni non governative e associazioni di volontariato del territorio.

Pronti i posti in ospedali per bimbi e ragazzi ucraini bisognosi di cure

Ieri la Regione aveva annunciato anche alcune missioni dedicate in particolare ai bambini e ai ragazzi ucraini bisognosi di cure mediche: équipe di medici sono pronte a partire e a portarli in alcune strutture già individuate, come l'ospedale Fatebenefratelli, la clinica Macedonio Melloni e l'Istituto dei tumori a Milano e il Policlinico San Matteo a Pavia.

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