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La letterina di Nicola Viscardi, malato di tumore a 31 anni: “Cara Santa Lucia, mi puoi guarire?”

La letterina di Santa Lucia di Nicola Viscardi, 31 anni e presidente del Distretto del commercio di Bergamo, che ha da poco scoperto di avere un tumore del sangue. “Questo è il solo tempo che ho a disposizione. Dobbiamo tornare ad avere desideri grandi”
A cura di Francesca Del Boca
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"Cara Santa Lucia". Qualche riga scritta a penna su carta, come si usava una volta. La tradizione antica delle lettere a mano per una ricorrenza che arriva dalla notte dei tempi, quella di Santa Lucia: la magica santa che, nel folklore di alcuni paesi della Lombardia, la notte del 13 dicembre porta i doni ai più piccoli. Ma stavolta la richiesta non è quella di un bel giocattolo. "Te lo chiedo senza giri di parole. Mi puoi guarire, per favore?".

La letterina di Santa Lucia di Nicola Viscardi

Sì, perché Nicola Viscardi non è più un bambino. Ha 31 anni, e soprattutto un tumore del sangue scoperto un anno fa, dopo una brutta tosse che non passava mai. Da allora va avanti e indietro dagli ospedali, tra cicli di chemioterapia e la speranza di un trapianto di midollo. "Cara Santa Lucia, l’anno scorso il mio Milan ha vinto lo scudetto (e ti ringrazio!) ma proprio durante le ultime settimane del campionato la malattia si è acuita e quindi ho visto tutto dalla camera dell’ospedale", scrive sui social Nicola, presidente del Distretto urbano del commercio di Bergamo,riportando il contenuto della letterina. "Insomma, oltre il danno, la beffa! Forse avrei dovuto concentrami su un unico desiderio importante e non lasciar fare a te. Questa volta sarò più diretto". 

"È il solo tempo che ho a disposizione"

Una richiesta ben precisa. E non certo un gesto egoistico. "Non te lo chiedo “solo” per me, ma per le tante persone che mi stanno accanto e che da più di un anno e mezzo si preoccupano tutti i giorni per me". Perché Nicola, nella disperazione, la malattia la affronta a testa alta. Trovando nel buio un'occasione per riflettere, e per amare ancora di più la vita. "È mai possibile che mi son dovuto ammalare per dare un senso alle cose? E alla fine che sia il peggiore o il migliore dei tempi, è il solo tempo che ho a disposizione. Al tempo da passare con chi ami con cura e qualità, al tempo dedicato a far cose buone che magari possano generare bene per altri, al tempo tolto a malumori, beghe, inutili discussioni che non producono altro che bruttezza".

L'appello per donare il midollo e dare speranza ai malati

E quindi, alla fine, il bene più prezioso che abbiamo a disposizione è proprio il tempo. E soprattuto il conoscere che valore ha. "Forse, cara Santa Lucia, dovremmo chiederti innanzitutto di tornare ad avere desideri grandi e, non meno importante, di avere il tempo necessario per realizzarli", si conclude la letterina. Con un appello finale: "Come regalo per Santa Lucia o per Natale andate sul sito di Admo Lombardia e prendete un appuntamento per  essere inseriti nella lista dei potenziali donatori di midollo, potrete salvare delle vite: a oggi la possibilità per un malato di trovare un donatore compatibile è una su centomila. Ancora troppo poco".

"Abbiamo due vite, e la seconda inizia quando ti rendi conto che ne hai solo una"

Accanto al post, l'immagine di un Nicola bambino, sorridente. La vita di prima. "Abbiamo due vite, e la seconda inizia quando ti rendi conto che ne hai solo una. Ogni persona combatte le sue battaglie e grandi o piccole che siano vanno rispettate e come tutte le cose grosse che ti possono capitare nella vita ti cambiano. E non in meglio o in peggio, ti cambiano e basta", scriveva pochi mesi fa. "Anche se mi sento un 30enne nel corpo di uno di 70, ogni giorno sono sempre più consapevole che la vita è soltanto una e va gustata".

Nella speranza che il desiderio di Nicola venga esaudito, resta la grandezza di un giovane uomo. "Anche quando sto male, sono stanco e sfiduciato, ci sono due cose sulle quali non cedo: avere fiducia totale nella medicina e non subire il tumore, ma viverlo come un’opportunità perché nella vita quel che capita capiterà, ma la differenza sta nel come tu reagisci in quello che ti accade".

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