La lettera di Baby Gang dal carcere: “Mi manca il respiro pure nell’ora d’aria, non ho neanche l’acqua calda”
Il rapper Baby Gang ha scritto una lettera dal carcere di Busto Arsizio in cui è rinchiuso. Prima si trovava agli arresti domiciliari, ma è stato riportato in cella dopo che la pena alternativa è stata revocata. Il motivo sarebbe una serie di post pubblicati sui social mentre era ai domiciliari. Il giovane è stato condannato in primo grado a 5 anni e 2 mesi per una sparatoria avvenuta nell'estate del 2022 a Milano. Ora, invece, ha iniziato uno sciopero della fame e ha chiesto aiuto all'inviato delle Iene Nicolò De Devitiis attraverso una lettera. Nel frattempo, il suo album "L'angelo del male" è tra i dischi più venduti del momento.
Il testo della lettera di Baby Gang
"Caro Nic, ho bisogno di te", sono le prime parole della lettera che Baby Gang ha scritto all'inviato delle Iene, Nicolò De Devitiis, direttamente dal carcere in cui si trova rinchiuso.
"Ti scrivo dalla mia cella immerso nella penombra circondato da quattro mura fradice, dopo che qualche giorno fa sono stato riportato dentro per qualcosa di cui non riesco a capacitarmi".
Il rapper di Lecco, il cui vero nome è Zaccaria Mouhib, inizia a descrive la sua vita dietro le sbarre:
"In cella fa freddo, molto freddo, anche se fuori è maggio. Non ho acqua calda e non dormo da giorni. Mi manca il respiro pure nell’ora d’aria. La prigione è un luogo a cui non ti abitui mai. Qua dentro ogni giorno è uguale ma ogni volta è diverso, queste stanze sono pervase da umidità e di disperazione. Spesso ti dimentichi persino chi sei e perché ti trovi dove ti trovi. Ma io no, non dimentico. Per questo ho bisogno di te".
Baby Gang sostiene di ritrovarsi in carcere solo per aver girato un videoclip e aver pubblicato alcuni spezzoni. Si dichiara colpevole di aver fatto una cosa per cui, in realtà, aveva le autorizzazioni. E aggiunge: "Colpevole di aver lasciato gestire i miei account social al mio manager che quelle foto le ha pubblicate".
E continua: "Perchè se questo basta per essere sbattuto in galera non posso fare altro che confessare. Confesso la mia sfiducia nella giustizia. Confesso di non capire più un sistema che toglie la libertà per una banalità simile. Confesso di essere incredulo e incazzato".
Il rapper si sente vittima di un sistema e della notorietà che ha ottenuto nell'ultimo periodo:
" Nel mio caso la notorietà ha scatenato attenzioni morbose e controlli (anche sui profili social) che non ci sarebbero stati nei confronti di una persona qualunque. Soprattutto mi sento ingannato, perché prima mi hanno dato l’ok a girare quel video e poi mi hanno messo in carcere per averlo fatto pubblicare. Non lo trovi assurdo? Quale artista realizzerebbe un video musicale senza poterlo condividere con il pubblico?".
"Nella mia vita ho commesso molti errori. Ma non questa volta», si giustifica Baby Gang. Ma continua a dimostrarsi forte: "A spaventarmi non è il carcere, è il sistema, è l’idea di essere marchiato a vita, la sensazione che vogliono impedirmi di splendere. Io non sono un pericolo per la società, ma ho sempre più paura che questa società sia un pericolo per me».
Perché Baby Gang è stato portato in carcere di nuovo
Il rapper era stato accusato di aver preso parte a una sparatoria avvenuta nel luglio del 2022 in corso Como a Milano (con lui c'era anche Simba La Rue). Durante la violenza erano rimasti gambizzati due uomini senegalesi. Per questo, il giovane rapper era stato condannato a 5 anni e 2 mesi. Dopo aver trascorso un periodo in carcere, gli sono stati disposti gli arresti domiciliari. Il 29 aprile, però, è stato arrestato di nuovo e condotto nel carcere di Busto Arsizio.
I motivi dell'incarcerazione sarebbero alcune foto tratte dal set del video musicale per il lancio di un suo nuovo singolo. A quanto pare, i suoi agenti hanno pubblicato nei suoi profili social queste foto che hanno subito insospettito i giudici. Baby Gang mostrava il braccialetto elettronico e impugnava una pistola mentre era circondato da pacchi di marijuana. Sarebbero tutti oggetti di scena e le riprese del videoclip sarebbero state autorizzate, stando a quanto riferito dal rapper e dal suo legale. I giudici, però, hanno deciso per il carcere.