La Lega protesta per la cena di Ramadan in oratorio, il parroco: “L’ha proposta il sindaco leghista”
All'oratorio San Giovanni Bosco di via Vittorio Emanuele a Renate (in provincia di Monza e Brianza) il prossimo 5 aprile si terrà un evento organizzato dall'associazione ‘La Pace' per "condividere il momento della rottura del digiuno" diurno imposto dal Ramadan alle persone di fede islamica. Il luogo scelto per la serata, essendo legato alle attività della parrocchia dei Santi Donato e Carpoforo, ha sollevato alcune perplessità. Il capogruppo della Lega in Consiglio regionale Alessandro Corbetta, per esempio, ha dichiarato che secondo lui è "inopportuno" perché sarebbe "come celebrare la Pasqua in una Moschea". Tuttavia, pare che a suggerire l'oratorio al presidente dell'associazione ‘La Pace' sia stato uno dei responsabili delle strutture del Comune di Renate, retto da un sindaco leghista.
Il suggerimento del funzionario del Comune di Renate
Come ricostruito dal Corriere della Sera, ‘La Pace' di Renate riunisce centinaia di fedeli musulmani e vorrebbe organizzare una cena collettiva durante il periodo di Ramadan dove le persone possono mangiare insieme l'Iftar, provare abiti e i tatuaggi all'henne. Aspettandosi una buona partecipazione, il segretario dell'associazione, Adam Tamati, ha chiesto al Comune di poter utilizzare una palestra.
Sin dal 2009 la giunta comunale di Renate è guidata da esponenti appoggiati dalle liste di centrodestra, compresa la Lega. In particolare il sindaco in carica dal 2014 è proprio parte del Carroccio. Considerando la notevole presenza di persone di fede musulmana nella comunità, il personale responsabile delle strutture municipali dando risposta negativa avrebbe aggiunto il suggerimento di rivolgersi alla parrocchia dei Santi Donato e Carpoforo.
La replica del parroco alle parole di Corbetta
"Prima prima me li mandate e poi mi chiedete perché li accetto?", ha commentato don Claudio Borghi rispondendo a quanto affermato da Corbetta. Il capogruppo della Lega in Consiglio regionale, nonostante sia stato un suo alleato di partito a suggerire di usare l'oratorio, si era domandato che il parrocco "abbia seriamente valutato l’opportunità, anche simbolica, di concedere l’oratorio alla comunità islamica del nostro territorio per celebrare una festa così rappresentativa dell’Islam".
Il sacerdote, dopo aver parlato con Tamati, ha concesso la disponibilità del cortile dell'oratorio per la cena del 5 aprile: "Non è una preghiera o un rituale religioso". Don Claudio ha poi ricordato come nella sua parrocchia ormai da tempo "accogliamo tantissimi ragazzini di famiglie musulmane per il doposcuola e per le attività dell’oratorio", ribadendo come anche in altre occasioni sono stati offerti "spazi anche alle iniziative della Pro loco, che fa capo al Comune".