La figlia di Giovanna Pedretti dedica una poesia alla madre: “Sotto pressione di mille offese”
"Sono lassù ma non volevo morire". È un verso della poesia che la figlia di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant'Angelo Lodigiano trovata senza vita la scorsa domenica 14 gennaio nelle acque del Lambro, dedica alla madre appena scomparsa.
La donna, che come ha confermato l'autopsia è morta per annegamento, si era lasciata cadere nel fiume dopo che sui social era scoppiato un vero e proprio caso legato a una presunta recensione negativa sul suo locale: in molti avevano attaccato la 59enne, accusandola di aver detto il falso per farsi pubblicità (nonostante la sua pizzeria fosse una piccolissima attività di provincia, dalla clientela unicamente locale).
"Sappiate che sono stata istigata, ed è un reato da perseguire", prosegue il testo condiviso da Fiorina D'Avino su Facebook e realizzato da Alessandro Castellani, che sui social si definisce "scrittore del Cielo". Il riferimento è al fascicolo aperto dalla Procura di Lodi in merito alla morte Giovanna Pedretti, che indaga oggi per istigazione al suicidio.
E ancora. "Tante carezze e parole di luce, sempre al bene la vita mi conduce. Il ristorante è il mio orgoglio e mai un peso gusti apprezzati ed il conto sospeso. Tanta gente mi apprezza e mi vuol bene, sono di ascolto per le loro pene", si legge nel post in ricordo di Giovanna Pedretti diffuso dalla 28enne di Sant'Angelo Lodigiano. "Nella mia vita un grande dolore e fastidio, mio fratello ora è lassù dopo il suicidio. Io ora sono qui sotto pressione di mille offese social, e una malata passione".