Senzatetto costretti a dormire sull’autobus in corsa: Milano non è più in grado di aiutare i clochard
Tre clochard sono stati fotografati mentre dormono sui sedili di un autobus della linea 90 di Milano: le immagini sono state pubblicate su Facebook dal deputato di Fratelli d'Italia, Riccardo De Corato. Nessuno sa se i tre dormano abitualmente sui bus o se sia stata una necessità di quella sera. È però la dimostrazione di come il Comune non riesca ad assistere i senza fissa dimora, nonostante l'impegno profuso da alcune associazioni.
La scelta delle tre persone fotografate sull'autobus potrebbe essere dovuta anche alle basse temperature che sono il nemico numero uno dei clochard. Basti pensare che da settimane si susseguono notizie di senza fissa dimora morti per il freddo.
Nonostante non vi sia una carenza di posti nei centri di accoglienza, alcuni scelgono di non andarci perché hanno avuto esperienze negative in passato e per questo motivo non si sentono al sicuro. Altri invece devono fare i conti con la burocrazia.
A Fanpage.it, Mario Furlan – fondatore dei City Angels – aveva spiegato quanto fosse fondamentale facilitare e velocizzare gli ingressi nei centri di accoglienza: "Prima bisogna andare al centro aiuto di via Sammartini e poi si viene smistati. Quello che si potrebbe fare di più è che a qualsiasi ora arrivino, dal momento in cui si verifica che non è una persona aggressiva, farli entrare".
C'è poi un altro problema: alcuni centri sono troppo lontani. Quello di via Sammartini, che si occupa della collocazione nelle strutture disponibili in città e di effettuare i controlli medici, è aperto in determinate fasce orarie. Il mezzanino della Stazione Centrale non è sempre disponibile. L'alternativa è quindi il centro in via Aldini, a Musocco che, a meno che non ci sia un'associazione disponibile ad accompagnare chi ne ha bisogno, è particolarmente distante.
La difficoltà maggiore è quella di riuscire ad agganciare queste persone. A convincerle che è molto più sicuro dormire in una struttura, che in strada dove potrebbero morire. E che ci sia una difficoltà a rapportarsi con i clochard, era stato evidenziato anche durante lo sgombero in Stazione Centrale quando i senza fissa dimora che dormivano lì erano stati mandati via senza che un assistente sociale o un mediatore culturale potesse spiegare loro cosa stava accadendo.
Tenuti ai margini della società, i clochard spesso vengono considerati come un problema da risolvere e non come persone che hanno bisogno di aiuto e assistenza. E le foto dei senza fissa dimora che dormono sull'autobus, nell'indifferenza generale dei passeggeri, ne è la dimostrazione.