La chiesa distribuisce la colazione ai senzatetto e il sindaco di Como protesta: la risposta del parroco
Il sindaco di Como, Alessandro Rapinese, non è nuovo a dichiarazioni e iniziative che sembrano volte a colpire soprattutto le fasce più deboli della popolazione: a ottobre del 2023 si è rifiutato di accogliere dieci minori stranieri non accompagnati, dicendo "non sappiamo dove metterli"; a luglio scorso ha alzato il prezzo delle mense scolastiche, facendo pagare anche chi ha Isee pari a zero; nel frattempo ha escluso delle graduatorie per gli asili nido i figli di chi è in ritardo con il pagamento della Tari. Insomma Rapinese non sembra essere mosso, almeno politicamente, dalla compassione. E sembra confermarlo ora che ha attaccato una parrocchia che ha deciso di distribuire colazione gratuite ai senzatetto.
Da ieri, domenica 18 agosto, la parrocchia di Rebbio, quartiere di Como, una delle più attività nella beneficenza, serve colazioni a base di cocco ai senzatetto. "Ho pensato che a causa del calore estivo ci volessero colazioni un po' tropicali ed allora con l'ausilio di amici ho fatto arrivare dalla Costa d'Avorio 240 quintali di noce di cocco", ha spiegato don Giusto Della Valle. Ma già durante un consiglio comunale di fine luglio il sindaco Rapinese aveva domandato all'Aula perché "distribuire le colazioni ai senza dimora", etichettandolo come un esempio di accoglienza indiscriminata.
Secondo quanto riferisce il Corriere della sera, ne era nato un acceso dibattito dentro e fuori il Consiglio comunale, a cui – almeno fino al 17 agosto (il giorno prima dell'inizio della distribuzione) – il parrocco aveva preferito non prendere parte. Ora però ha scritto una lettera ai cittadini in cui scrive: "Ho letto con interesse a pag 13 del giornale la Provincia di Como del 27 luglio scorso la proposta del Sig Sindaco della nostra città di far turnare le parrocchie nella distribuzione delle colazioni alle persone in difficoltà della nostra Como". E poi aggiunge: "Se passati i dieci giorni avessimo delle rimanenze di cocco siamo disponibili a regalarle al comune di Como, primo responsabile della salute dei suoi cittadini perché continui con le "coccolazioni". E chissà se, a quel punto, il comune li distribuirebbe oppure no ai bisognosi.