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La Cassazione restituisce 17mila euro a uno spacciatore: “Somma troppo alta rispetto alla cocaina venduta”

Lo scorso dicembre la guardia di finanza aveva arrestato un 26enne con 60 grammi di cocaina addosso e sequestrato 17mila euro che aveva in una camera di un B&B di Como. Lo spacciatore ha patteggiato 2 anni di pena e, facendo ricorso, ha ottenuto la restituzione del denaro.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
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La Cassazione ha restituito 17mila euro a uno spacciatore di 26 anni che era stato arrestato dalla guardia di Finanza lo scorso dicembre in un parcheggio a Como. Il ragazzo era stato fermato dai militari mentre vendeva un paio di dosi di cocaina a un uomo. Durante la perquisizione della camera di un bed&breakfast dove alloggiava, erano stati trovati e sequestrati 17mila euro in contanti. Per i giudici, però, non ci sarebbe un nesso diretto tra il reato contestato e la quantità di denaro trovata.

L'arresto nel parcheggio di un supermercato

A raccontare la vicenda processuale che ha riguardato Markeljan Toli è La Provincia di Como. Il 26enne di origine albanese era stato fermato dai finanzieri di Ponte Chiasso mentre stava vendendo due dosi di cocaina a un uomo a Tavernola. I militari avevano notato movimenti sospetti nel parcheggio di un supermercato in via Assago, decidendo quindi di bloccare quei due.

L'uomo che si stava allontanando aveva con sé due dosi di cocaina appena acquistata, mentre il 26enne portava addosso poco meno di 60 grammi di cocaina.

I 17mila euro in contanti

Perquisendolo, i militari hanno trovato anche le chiavi di una camera di un B&B in zona Villa Olmo a Como. Lì dentro sono stati trovati 17mila euro in contanti sulla cui provenienza Toli non era riuscito a fornire una risposta plausibile.

La guardia di finanza ha deciso, quindi, di sequestrare quel denaro. Lo scorso febbraio, il 26enne ha patteggiato una pena di 2 anni con sospensione condizionale. Nella sentenza, poi, c'era anche la conferma del sequestro ai fini della confisca.

La decisione della Cassazione

Il 26enne, però, ha deciso di presentare ricorso in merito al sequestro e i giudici della Cassazione gli hanno dato ragione. Secondo loro, infatti, "il carattere assolutamente sproporzionato tra l'ammontare del denaro di sequestro e la modesta quantità di sostanza stupefacente ceduta (due dosi) renderebbe manifestamente illogica qualunque tesi volta a sostenere la diretta derivazione del denaro rispetto alla cessione della cocaina".

In pratica, la quantità di denaro sequestrata era troppo alta per poter essere considerata connessa in qualche modo con il reato che gli era stato contestato. Così, al 26enne sono stati restituiti i 17mila euro.

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