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La Cassazione annulla l’assoluzione di Norberto Confalonieri, l’ex primario del Pini accusato di corruzione

Dovrà tornare in aula per il secondo grado di giudizio Norberto Confalonieri. Lo ha deciso la Cassazione che ha annullato l’assoluzione dell’ex primario del Pini, accusato di corruzione.
A cura di Enrico Spaccini
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Norberto Confalonieri (foto da LaPresse)
Norberto Confalonieri (foto da LaPresse)

La Cassazione ha annullato, con rinvio per un secondo grado bis, la sentenza con cui Norberto Confalonieri, ex primario di Ortopedia del Cto-Pini di Milano, lo scorso novembre era stato assolto "perché il fatto non sussiste" dall'imputazione di corruzione. Il medico era stato arrestato e messo ai domiciliari nel marzo del 2017. L'accusa nei suoi confronti, mossa dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco, era per presunte tangenti per cui avrebbe favorito l'acquisto di protesi della Johnson&Johnson. Una volta depositate le motivazioni della Suprema Corte, verrà fissata l'udienza d'appello bis.

L'accusa della Procura e la condanna in primo grado per corruzione

Secondo l'accusa, Confalonieri avrebbe favorito l'acquisto di protesi dietro un "accordo occulto" che avrebbe previsto per lui "periodici compensi in denaro", l'invito a programmi televisivi e "viaggi e soggiorni". Durante le indagini, erano emerse intercettazioni in cui l'ex primario parlava di un "femore" rotto a un'anziana di 91anni per "allenarsi".

Il 18 gennaio 2021 il Tribunale di Milano lo condannò in primo grado a 6 anni e 6 mesi di reclusione per corruzione, mentre venne prosciolto dall'accusa di lesioni ai pazienti, una colposa e una dolosa.

L'assoluzione in secondo grado e la decisione della Cassazione

Il 6 novembre 2023, invece, il chirurgo ortopedico venne assolto in secondo grado dalla Corte d'Appello dall'imputazione di corruzione. Secondo il giudice, non ci sarebbe alcuna "prova del patto corruttivo occulto" ipotizzato dalla Procura. Le presunte "utilità" che gli erano state contestate avevano "una causa lecita" ed erano "documentate". Insieme a lui, erano state assolte l'agente di commercio per Johnson&Johnson, Natalia Barberis, e un'altra dipendente.

Con l'annullamento arrivato oggi, 3 luglio, dalla Cassazione, si dovrà ripetere il secondo grado di giudizio. L'udienza non è ancora stata fissata, in quanto si dovrà prima attendere il deposito delle motivazioni della Suprema Corte.

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