Lavinia Limido sopravvissuta all’ex marito Marco Manfrinati: “Pensavo che sarebbe finita con la mia morte”
Marco Manfrinati, arrestato lo scorso 6 maggio per aver ucciso il suocero Fabio Limido e tentato di sgozzare, e sfigurato, la moglie Lavinia Limido, sta affrontando a Varese il processo che lo vede imputato per stalking nei confronti della famiglia della coniuge. La 37enne è stata ascoltata in aula come testimone della come parte offesa nella giornata di oggi, mercoledì 16 ottobre, e ha raccontato come era cambiato il rapporto con l'ex avvocato 40enne di Busto Arsizio in seguito ai suoi atteggiamenti. "Era pericoloso", ha detto Limido ricordando le minacce subite dal marito nel corso degli anni, "sapevo che sarebbe successo, che l'epilogo sarebbe stata la morte di qualcuno, credevo la mia". Il procedimento in cui Manfrinati dovrà rispondere di omicidio aggravato e tentato omicidio premeditato non è ancora iniziato.
Gli atti persecutori contestati a Manfrinati
Il 6 maggio scorso, Manfrinati aveva aggredito con un coltello la moglie che aveva lasciato la casa che condivideva con lui nel luglio del 2022. Da quando la 37enne aveva deciso di separarsi da lui, portando con sé il loro figlio piccolo, il 40enne avrebbe tempestato la donna di "telefonate, insulti rivolti a me alla mia famiglia, pedinamenti e presentazioni sotto casa".
Limido aveva denunciato più volte l'ormai ex marito per atti persecutori. Su di lui, infatti, pendeva il divieto di avvicinamento, ma non era mai stata disposta nei suoi confronti la custodia cautelare in carcere. Nell'aula del Tribunale di Varese dove la 37enne è stata sentita come come parte offesa, sono state fatte ascoltare anche le registrazioni delle telefonate in cui Manfrinati minacciava di uccidere lei e il suo avvocato a colpi di martello. Quando a maggio il 40enne si è presentato sotto casa di Limido, il padre di lei ha provato a difendere la figlia ed è stato accoltellato a morte dall'ex avvocato.
"Sapevo che sarebbe successo"
"È successo quello che avevo previsto", ha detto Lavinia Limido, "sapevo che sarebbe successo, lui ce l'aveva detto e me lo aspettavo. Per questo avevamo preso accorgimenti". Per la 37enne, infatti, Manfrinati "è un uomo pericoloso, è stato un uomo pericoloso e lo è per sua natura". Dopo l'aggressione del 6 maggio, Limido ha dovuto sottoporsi a vari interventi di chirurgia maxillo facciale per la ricostruzione del volto.
L'avvocato del 40enne, Fabrizio Busignani, nel contro esame ha sottolineato che a Manfrinati era stato impedito di vedere il figlio anche nei tre mesi in cui non c'erano provvedimenti contro di lui. Per il legale, il fatto che la famiglia di Limido impedisse quegli incontri sarebbe stato il motivo che ha scatenato la rabbia del 40enne.