Jet militare precipitato sul monte Legnone, il pilota: “Non siamo più riusciti a governare l’aereo”
Giampaolo Goattin è l'unico sopravvissuto all'incidente di mercoledì scorso sul monte Legnone, in provincia di Lecco, quando il jet militare – sul quale si trovava insieme al collega Dave Hasley – è precipitato. Sulla base di quanto riportato dal quotidiano "Il Giorno", il top gun italiano avrebbe raccontato gli attimi antecedenti il disastro: "Siamo usciti da un looping, ma non abbiamo ripreso quota e non siamo più riusciti a governare l'aereo".
"Ci siamo lanciati poco prima di schiantarci"
Il 53enne ha poi confermato quanto detto a Fanpage.it da Carlo Landi generale dell'Aeronautica in pensione e cioè che, in caso di incidente, tutti i piloti addestrati tengono conto delle persone che sono sotto di loro e cercano di virare verso luoghi isolati. Goattin ha infatti ribadito di aver mirato alla montagna, anche grazie alla sua vicinanza: "Ci siamo lanciati poco prima di schiantarci". Per il momento non si conoscono le cause dell'incidente. Le ipotesi al vaglio degli inquirenti di Lecco sono diverse: un problema tecnico, una manovra errata o una collisione.
La dinamica dell'incidente
Il jet militare è decollato attorno alle 11 dalla pista di Venegono, in provincia di Varese. Subito dopo le 11.35 è stato registrato l'ultimo contatto e intorno alle 12 è stato lanciato l'allarme relativamente alla caduta di un aereo. Dalle tracce radar l'M-346 è sceso repentinamente sotto i duemila metri. Dopo l'eiezione d'emergenza, Goattin è stato recuperato appeso a una roccia mentre il suo collega è stato trovato morto in un canalone. Non avrebbe avuto abbastanza spazio durante la discesa: "Ho scorso Dave a sinistra rispetto a me che scendeva seguendo la traiettoria dell'aereo che precipitava, poi però l'ho perso di vista".