Jet caduto sul Legnone, i dati della scatola nera: svelata la causa della morte di uno dei due piloti
Sono arrivati i prima dati della scatola nera del jet M346 precipitato sul Legnone, un monte sopra a Lecco, lo scorso 17 marzo durante un volo di collaudo. A bordo c'erano due piloti: il collaudatore italiano di 53 anni Gianpaolo Goattin e l'ex formatore inglese della Raf di 49 anni David Ashley. Entrambi sono riusciti a lanciarsi con il paracadute prima dello schianto, ma purtroppo il 49enne è finito contro la roccia a grande velocità. Il suo paracadute non ha rallentato la corsa e il pilota è andato a sbattere contro la parete della montagna ed è morto. L'italiano invece è riuscito a salvarsi.
Per capire nel dettaglio cosa sia successo è necessario altri tempi. Al momento però i primi dati della scatola nera recuperata poco dopo l'impatto svelano che l'aereo ha subito un blackout improvviso e completo dei sistemi elettronici dell’apparecchio. E sente i dispositivi informatici il M346 non è in grado di volare. Il velivo quindi improvvisamente è diventato ingovernabile. Cosa abbia provocato il blackout? Tra le ipotesi quella di una tempesta solare.
I danni più gravi – come riporta Il Giorno – avrebbero interessato soprattutto il dispositivo fly-by-wire, che è il sistema di pilotaggio digitale. Particolari su cui si stanno concentrando anche i vertici della Leonardo, l’industria aerospaziale e della difesa tricolore che produce jet M346 da un valore di 20 milioni di dollari. Al momento non risultano indagati. Ci sono solo parti lese: come la moglie e i due giovani figli del pilota inglese morto e ovviamente il collaudatore italiano.
Quando due piloti decidono di lanciarsi e abbandonare l'aereo
A Fanpage.it qualche ora dopo l'incidente il generale ora in pensione Carlo Landi, già comandante del Reparto Sperimentale Volo dell'Aeronautica militare, qualificato investigatore incidenti, aveva precisato: "Quando due piloti esperti decidono di abbandonare l'aereo e lanciarsi con seggiolino e paracadute vuol dire che il velivolo è irrecuperabile. Anche in questo caso dunque si è trattato quasi sicuramente di una situazione di emergenza molto grave e i piloti sapevano che non sarebbero riusciti a risolverla".
Poi ha aggiunto: "Da precisare anche che quando due piloti addestrati decidono di lanciarsi, lo fanno anche tenendo conto dell'incolumità delle persone che sono sotto. Sono comunque decisioni gravi che si devono prendere con grande rapidità e quindi farlo in modo corretto richiede elevata professionalità". I piloti infatti avevano fatto in tempo a portare il velivolo in un luogo deserto sul Legnone prima di lanciarsi.