Jacopo de iPantellas dopo l’aggressione: “Sto meglio, ma ho paura di tornare alla vita normale”
"Fisicamente sto bene, mi fa male la gola per lo strangolamento. I danni sono soprattutto psicologici, non mi sento sicuro e ho un po' paura di tornare alla vita normale. Ho confusione in testa, mi sento un vuoto, non so nemmeno spiegare la situazione". Jacopo Malnati, del duo iPantellas, è tornato a parlare della violenta aggressione che ha subito giovedì 17 novembre a Varese. Il 32enne ringrazia i fan per i messaggi e il sostegno, e aggiorna sulle sue condizioni di salute. "Sto meglio", esordisce immediatamente. Le conseguenze di quanto accaduto però, non sono ancora passate.
Mi hanno fatto molto piacere i vostri messaggi e la vostra vicinanza", racconta nel video. Per poi ripercorrere la tremenda aggressione avvenuta mentre si trovava in macchina sotto casa della nonna, e nella quale ha dichiarato di aver avuto paura di morire.
"Sono andato a cena da mia nonna, verso le 22.20 sono sceso verso la mia macchina – spiega – sono salito ma non sono partito subito. Stavo rispondendo a dei messaggi quando ho sentito un colpo sul vetro del passeggero: c'era un ragazzo che stava battendo sul finestrino. Ha detto qualcosa, poi la portiera dal lato del guidatore si è aperta e mi sono trovata una pistola puntata alla testa, con un ragazzo che mi ha detto di consegnare tutto ciò che avevo. Entrambi mi hanno aggredito e mi sono saltati addosso".
I due aggressori, due ragazzi sembra molto giovani, hanno immobilizzato Jacopo. "Non riuscivano a prendere gli oggetti, uno dei due si è innervosito e a cominciato a dirmi ‘ti ammazzo, ti uccido, ti faccio fuori'. Ha iniziato a strangolarmi, mi è sembrato che mi volesse ammazzare. Gli ho detto sottovoce che mi stavano uccidendo, sono arrivato al punto che non avevo fiato e non respiravo. Avevo la mano destra libera e ho spinto la mano sul clacson per avvertire il vicinato, ma nessuno si è accorto di quello che stava accadendo".
Il suono del clacson ha spaventato i due rapinatori, che hanno cominciato a discutere. "Sono scivolato fuori dall'auto, il ragazzo con la pistola mi ha dato due/tre colpi in testa con il calcio. Sono rimasto in piedi e loro sono scappati insultandomi". A quel punto Jacopo è tornato dalla nonna, ha chiamato l'ambulanza e la polizia. Una volta arrivato al pronto soccorso è stato raggiunto dal resto della sua famiglia. "Mi sono sentito molto solo, ho provato a chiedere aiuto ma nessuno è venuto in mio soccorso. Quando la mia famiglia è arrivata mi sono sentito al sicuro, anche se mi sentivo un cadavere che respirava sia per la violenza del gesto sia per la cattiveria".