video suggerito
video suggerito
Stefania Rota morta a Mapello

Ivano Perico condannato per l’omicidio di Stefania Rota: “Si è sentito tradito dalla cugina”

Ivano Perico è stato condannato a 15 anni e 8 mesi di carcere per l’omicidio di Stefania Rota. Per i giudici, il 62enne ha ucciso la cugina perché si era sentito “tradito” e ha provato a “completare la propria vendetta dando fuoco allo studio del geometra” che avrebbe partecipato alla presunta “truffa”.
A cura di Enrico Spaccini
6 CONDIVISIONI
Stefania Rota
Stefania Rota
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Lo scorso luglio Ivano Perico è stato condannato a 15 anni e 8 mesi di carcere per l'omicidio di Stefania Rota. Stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini, l'ex agente di commercio 62enne ha ucciso la cugina coetanea colpendola pi volte con un batticarne nella sua casa di via XI Febbraio a Mapello (in provincia di Bergamo) l'11 febbraio del 2023, lasciando il cadavere disteso sul pavimento. Perico è stato arrestato il 13 maggio e solo il 23 giugno, davanti al pm, ha ammesso quanto fatto. Una confessione tardiva, che ha portato la Corte d'Assise, presieduta da Patrizia Ingrascì, a non concedere le attenuanti generiche, sommata alla "deplorevole condotta successiva" dell'imputato.

Perico si è sentito "tradito" dalla cugina

Le 19 pagine di motivazioni della condanna ricostruiscono non solo la dinamica dell'omicidio di Rota, ma anche le motivazioni di Perico e le sue azioni successive all'aggressione. Come ha raccontato lo stesso 62enne, i due vivevano a poca distanza l'uno dall'altro. Rota era una persona solitaria, trascorreva poco tempo fuori casa e la maggior parte di questo in compagnia del cugino Perico. L'ex agente di commercio, invece, dopo aver perso lavoro e famiglia, aveva trovato in lei una persona dalla quale trarre "la soddisfazione di contare ancora qualcosa per qualcuno".

La perizia psichiatrica svolta dalla dottoressa Giuseppina Paulillo, e citata nelle motivazioni della sentenza, ha sottolineato come Perico si sia sentito "tradito" da Rota. Secondo il 62enne, infatti, la cugina lo aveva truffato nell'intestazione di 35 metri quadrati di proprietà confinante tra i due e quando l'11 febbraio si erano ritrovati in casa di Rota, lei gli avrebbe detto: "Adesso ti arrangi".

Con quella frase, secondo la dottoressa Paulillo, sarebbe andato in frantumi il rapporto con la cugina che Perico aveva "caricato di aspettative" e che avrebbe poi determinato "la reazione d’impeto". Impugnato un batticarne, Perico ha colpito Rota diverse volte anche alla testa, uccidendola.

L'incendio e la confessione di Perico

Come scritto nelle motivazioni della sentenza, dopo quel giorno Perico avrebbe mentito alle amiche di Rota, preoccupate per la sua assenza, e si sarebbe tenuto la Ford Fiesta della cugina con i movimenti tracciati dal gps. Dopodiché, il 3 marzo con una tanica di benzina il 62enne ha appiccato un incendio nello studio del geometra Davide Colombi Manzi, il quale, secondo lui, era responsabile della presunta truffa insieme alla cugina.

Quello stesso 3 marzo, Perico aveva registrato un vocale sul proprio telefono in cui, tra le varie cose, aveva detto: "Ho scoperto di avere la licenza di uccidere e io l’ho ammazzata. Vabbé ci avviamo verso questo gran finale", insieme ad altri pensieri confusi. L'ammissione ufficiale delle sue colpe, però, è arrivata solo il 23 giugno, un mese dopo l'arresto e dopo essere rimasto in silenzio davanti al gip.

Dato che Perico ha confessato solo tre mesi dopo il fatto e poiché "ha tentato di completare la propria vendetta appiccando l’incendio allo studio del geometra", la Corte d'Assise ha deciso di non concedere le attenuanti generiche sull'omicidio. La pena "congrua" sarebbe stata di 23 anni e 6 mesi, ridotta di un terzo per il rito abbreviato a 15 anni e 8 mesi di carcere.

6 CONDIVISIONI
29 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views