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“Ispirate dalle serie tv, Laura Ziliani vittima sacrificale”: le motivazioni dell’ergastolo per le sorelle Zani

“Un piano cervellotico a cui le serie tv hanno offerto una forte componente di imitazione e ispirazione”: così i giudici della Corte d’Assise hanno definito l’omicidio di Laura Ziliani, motivando la sentenza di primo grado all’ergastolo per le sorelle Zani e Mirto Milani.
A cura di Giorgia Venturini
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"Fumettone criminale". Così il presidente della Corte d'Assise di Brescia Roberto Spanò definisce il piano messo in atto da Silvia e Paola Zani e il fidanzato della prima (e amante della seconda) Mirto Milani per uccidere la madre delle ragazza, ovvero l'ex vigilessa di Temù Laura Ziliani. Il presidente lo scrivo nella motivazione della sentenza di primo grado che che ha condanno il "trio criminale", come da sempre definito, all'ergastolo.

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Nel dettaglio nelle motivazioni si legge che "occorre un piano cervellotico a cui le serie tv hanno offerto una forte componente di imitazione e ispirazione. Troppo banale gettarla dal dirupo. L’omicidio in sé considerato non costituiva ai loro occhi un progetto abbastanza ambizioso ed accattivante per poter celebrare adeguatamente la loro coesione". Per i giudici i tre criminali hanno imitato le serie tv costruendo qualcuno di "grottesco". E ancora: "Si è assistito ad una recita di un copione per molti versi stucchevole e parodistico, ove sono confluiti piante venefiche ed alambicchi, pastiglie ustionanti, citotossine in uso al KGB, intercettazioni domestiche, video artigianali, depistaggi grossolani; codici cifrati, disperazioni artefatte, simulati tentativi di suicidio in luoghi scenografici, poliamori e fratture sentimentali, discolpe ed accuse, messaggi subliminali. ‘Puffi alla riscossa' e i gatti ‘Buba' e ‘Monocolo'".

Laura Ziliani era la persona più vicina al trio e poteva non essere lei il solo e unico obiettivo. Per i magistrati si è trattato infatti di un "capro espiatorio e la vittima sacrificale – proseguono le motivazioni della sentenza – di un abominio consumato in spregio al divieto ancestrale di versare sangue all’interno della propria stirpe". Così dopo più di un tentativo, le sorelle Zani e Milani la notte tra il 7 e l’8 maggio del 2021 hanno prima avvelenato la donna e poi l'hanno soffocata fino a che non è morta: tutti e tre, in egual modo, hanno partecipato a progettare e mettere in atto questo piano. Il giorno dopo l'omicidio le figlie di Laura hanno lanciato la denuncia di scomparsa e davanti alle telecamere hanno pianto chiedendo di cercare la madre.

Il corpo della donna l'avevano invece nascosto poco prima. A ritrovarlo qualche mese dopo è stato un passante lungo l’argine dell’Oglio a poche centinaia di metri dalla casa di Temù.

Laura Ziliani con le figlie Paola e Silvia
Laura Ziliani con le figlie Paola e Silvia

Unico dubbio da sciogliere è ancora quale sia il movente del gruppo criminale, reo confesso, che si è difeso davanti ai giudici dicendo che l'omicidio è stata una reazione al tentativo della vittima di avvelenarli. Durante il processo avrebbe messo in dubbio anche il movente economico: i giudici hanno accertato che uccidendo la madre Silvia e Paola non avrebbero incrementato il loro patrimonio. Certo è che durante l'omicidio tutti e tre sono stati considerati capaci di intendere e di volere. E qui i giudici spiegherebbero il fatto che il trio avrebbe agito per "gratificare l'eco del gruppo".

Che spunto avevano preso dalle serie tv

Nelle carte della motivazione si legge che le sorelle e Mirto Milani vedevano spesso le serie tv e da queste avevano preso spunti per il loro piano criminale: "Dà un’altra serie TV – “Breaking Bad” – avevano poi appreso che anche la ricina era tossica: grazie ad una ricetta e ad un filmato in lingua inglese, avevano così ricavato dalla pianta del ricino una polvere poi inserita, senza alcun effetto, nei bocchettoni dell’aria condizionata dell’auto della madre. Un’altra idea era stata quella di utilizzare l’antigelo, ma la quantità necessaria per provocare l’effetto letale rendeva il piano inattuabile. Avevano infine pensato di simulare un incidente in montagna, ma il fatto che il padre ne èra stato vittima nel passato poteva ingenerare sospetti su di loro".

Ma non era l'unica serie tv a cui si erano appassionati: "Prendendo spunto dalla serie TV “Dexter”, lei e Mirto avevano raccolto lungo la pista ciclabile di Temù una pianta velenosa, l’aconito, e avevano tentato, senza successo, di estrarne il principio attivo". Il trio alla fine ha deciso di uccidere Laura Ziliani strangolandola.

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