Ispezione di Ats alla Shalom: trovate irregolarità, la comunità rischia la revoca dell’autorizzazione
Il 5 maggio 2023 è stato effettuato un sopralluogo dai tecnici dell’Agenzia di tutela della Salute di Brescia nella Comunità Shalom. Questa realtà è stata al centro di un’inchiesta di Fanpage.it che, sulla base dei racconti di alcuni ex ospiti, ha denunciato un clima di violenze fisiche e psicologiche, l’uso di punizioni come metodo formativo, l’assenza di un progetto educativo, la carenza di personale formato, la somministrazione di farmaci agli ospiti da parte di altri utenti, la convivenza di un numero esorbitante di persone con patologie differenti.
All'ispezione hanno partecipato anche i carabinieri Nas di Brescia. Presenti Rosalina Ravasio, responsabile della comunità, il referente del progetto educativo, tre educatori e la consulente legale.
Nella comunità il numero di ospiti è superiore ai posti autorizzati
Il sopralluogo è nato proprio alla luce dell’inchiesta di Fanpage.it. In particolare per verificare il mantenimento dei requisiti organizzativi e gestionali, strutturali e tecnologici necessari per essere autorizzati al funzionamento. All'epoca dei fatti, quando la comunità ha presentato richiesta per poter procedere con la propria attività, Regione ha dato il via libera per 125 posti.
Nell'inchiesta era stato dimostrato che gli utenti sarebbero almeno 250. Un dato che è stato confermato dall'ispezione di Ats durante la quale i tecnici hanno notato che il numero di utenti è superiore ai posti autorizzati. Non solo. Per l'agenzia “dal conteggio dei posti letto effettivamente esistenti", la capacità ricettiva della comunità destinata alla riabilitazione e reinserimento di soggetti tossicodipendenti "è di 119 posti letto e non di 125 come previsto dall’autorizzazione”.
Sia gli ex ospiti intervistati da Fanpage.it che la giornalista sotto copertura avevano evidenziato come nella struttura convivano persone con problemi di tossicodipendenza, con disturbi psichici, alimentari o che stanno scontando una pena detentiva. E infatti anche Ats ha confermato che all’interno esiste una promiscuità tra gli utenti della comunità di vita con quelli della comunità riabilitativa.
Tra gli ospiti ci sono minori e persone con diagnosi psichiatrica
A Fanpage.it è stato denunciato un clima di violenze fisiche e psicologiche spesso perpetrato attraverso punizioni. Le immagini hanno mostrato persone che sarebbero state costrette a girare con una carriola carica di pietre, al silenzio o ancora a lavorare per tutta la notte nei laboratori. E in effetti, durante il giro mattutino dei tecnici di Ats, è stato riscontrato che quattro donne “stavano dormendo in camera in quanto riferito aver pregato durante la notte”.
È stata inoltre accertata la presenza di minori tossicodipendenti e tossicodipendenti con diagnosi psichiatrica. Alcuni ex ospiti avevano raccontato di essere entrati in comunità da minorenni. Avevano spiegato di essere stati costretti a lavorare, di aver subito violenze fisiche e psicologiche e di non aver avuto la possibilità di frequentare la scuola perché considerata “un premio”.
Le carenze strutturali della comunità: mancano i riscaldamenti
L'ispezione ha permesso di evidenziare che la “situazione strutturale accertata durante la fase ispettiva non rispecchia ciò che è indicato nelle planimetrie depositate agli atti”. Nella planimetria non sono presenti gli edifici destinati “alla comunità di vita, ad attività occupazionali, ai laboratori, al locale lavaggio stoviglie, alle camere di ospitalità per esterni e magazzini vari”.
In uno di questi edifici, il blocco dei servizi igienici è costituito da tre wc e quattro docce. I tecnici avrebbero trovato “macchie di umidità alle pareti e al soffitto e in alcuni tratti distacco delle mattonelle”. Una situazione simile è stata scovata anche in alcune camere da letto: “Inoltre si osserva sempre in alcune camere la presenza di cavi elettrici volanti anche nei pressi di lavandini e letti”.
L'ispezione ha evidenziato come l’infermeria (indicata nella planimetria) sia stata trasformata in un magazzino così come la sala d’attesa. Nella sezione femminile alcuni bagni sono stati trasformati in depositi.
Sempre a Fanpage.it era stato specificato come non fossero presenti impianti di condizionamento o aerazione meccanica – come invece prevede la normativa regionale – né impianti di riscaldamento. Un aspetto che è stato confermato dal sopralluogo di Ats.
La somministrazione di farmaci
Un altro elemento denunciato nell’inchiesta di Fanpage.it è relativo alla gestione dell’infermeria e alla distribuzione e somministrazione dei farmaci. Nel locale utilizzato come infermeria “non è presente un inventario dei farmaci presenti in struttura”, “non è possibile distinguere i farmaci ad uso della comunità terapeutica da quelli in uso per gli utenti della comunità di vita”, “In alcuni dispenser si è riscontrata la presenza di alcune compresse non identificabili, in quanto già sblisterate”.
Agli ispettori è stato poi confermato che non sempre la terapia viene preparata da personale infermieristico “diplomato o in formazione”. Quando il personale non c’è, la terapia “viene preparata da personale non sanitario, appartenente alla comunità di vita generalmente a fine percorso”.
Anche le immagini raccolte dalla giornalista sotto copertura mostravano come fossero gli stessi ospiti, precisamente le vecchie e i vecchi e cioè coloro che vivono in comunità da più tempo, a preparare e distribuire la terapia agli altri utenti: avevano lasciato perplessi i video di ospiti che sembravano essere in stato catatonico e sdraiati sui tavoli con la bava alla bocca.
Gli stessi tecnici Ats avrebbero assistito alla somministrazione della terapia che sarebbe stata preparata “da un utente della comunità di vita” e quindi non da personale formato.
Le disposizioni di Ats
E proprio per le irregolarità riscontrate nella somministrazione, distribuzione e conservazione di farmaci la comunità Shalom è stata multata a pagare una sanzione che va da mille a diecimila euro che, in caso di pagamento avvenuto entro sessanta giorni dalla notifica della multa, scende a 2.020 euro.
È stata inoltre multata perché non c’era “corrispondenza tra le planimetrie collegate al provvedimento autorizzativo agli atti della scrivente ATS e gli effettivi spazi in uso alla Comunità pedagogico/riabilitativa”. In questo caso è prevista una sanzione che va dai cinquemila euro ai cinquantamila euro. Anche in questo caso, se il pagamento avviene entro sessanta giorni dalla notifica, si potrà pagare solo diecimila euro.
Durante l’ispezione non è stato fatto riferimento alcuno né alla conservazione del cibo né alle punizioni e alle violenze che, come denunciato dagli ex ospiti, sarebbero all’ordine del giorno in comunità.
Il 15 maggio è stato effettuato un altro sopralluogo. In quell’occasione, l’armadio dell’infermeria era ancora in fase di riorganizzazione. La terapia, almeno di fronte ai tecnici di Ats, è stata somministrata di fronte a un’infermiera: a ogni ospite è stata consegnata la sua terapia che poi ha assunto autonomamente di fronte al personale qualificato.
La Comunità aveva tempo fino al 19 maggio per mettere in regola le altre carenze strutturali e tecnologiche. A Fanpage.it risulterebbe che abbia chiesto però una proroga al 10 giugno. Entro tale data avrebbe consegnato la documentazione mancante che è attualmente al vaglio di Ats. Non è escluso che potrebbero esserci ancora incongruenze. Nel caso in cui non ci fosse un adeguamento dei requisiti richiesti, si potrebbe procedere con la revoca dell’autorizzazione o con la chiusura.