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Isis, la ragazza arrestata per terrorismo al gip: “Sono cascata nella trappola”

Bleona Tafallari, la ragazza di 19 anni italo-kosovara arrestata ieri con l’accusa di terrorismo internazionale a Milano, ha detto oggi al gip di essere “cascata nella trappola”. Nel suo cellulare video dell’Isis e chat in cui propagandava il credo del sedicente stato islamico.
A cura di Filippo M. Capra
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È stata interrogata oggi dal giudice per le indagini preliminari Bleona Tafallari, la ragazza di 19 anni italo-kosovara arrestata ieri con l'accusa di terrorismo internazionale a Milano. La giovane ha detto di essere "cascata nella trappola" e di aver tenuto il materiale trovatole nel cellulare in quanto si sarebbe trovata in una situazione "difficile". Tafallari ha risposto anche alle domande fatte riguardanti alcuni file pdf di pubblicazioni di propaganda dell'Isis, oltre che di un manuale per costruire artigianalmente ordigni. In merito a ciò, l'arrestata ha detto di averlo avuto "per curiosità" e di non aver mai letto nulla di quelle pagine. Poi, ha sottolineato di non aver mai condiviso i file e i materiali di altri attentati con altre persone.

La 19enne ad una ragazzina: Trovati un marito con cui diventare una martire

Secondo quanto emerso dall'inchiesta della Procura di Milano, però, la donna avrebbe cercato di divulgare il materiale propagandistico dell'Isis in cerca di nuove reclute. Ad una ragazza di 16 anni, ad esempio, aveva augurato di vivere un matrimonio "bagnato dal sangue dei miscredenti" e di sposare un marito con "capelli lunghi e barba" insieme al quale morire da martire. Le chat analizzate si trovano su diverse app di messaggistica. Da Whatsapp a Snapchat fino a Telegram. Su queste, la 19enne organizzava raccolte fondi per liberare le donne dell'Isis detenute a Raqqa dai curdi. In una chat si legge: "Sei nel campo ora giusto? Quanto costa andare via? Hai bisogno di soldi, come potrei aiutarti?".  Tra il materiale trovato nel suo cellulare e nel suo pc, anche video di azioni terroristiche come il massacro compiuto dai fratelli Kouachi a Parigi il 7 gennaio del 2015 nei locali che ospitava la rivista "Charlie Hebdo".

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