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Covid 19

#IoApro, a Milano multe ad attività e clienti per oltre 80.000 euro

Venti locali sanzionati, 200 persone multate e un totale di oltre 80.000 euro di multe da pagare. Questo il bollettino della giornata di protesta civile indetto dai ristoratori nella sola Milano per lo scorso 15 gennaio. Secondo quanto comunicato dalla Questura, le attività in questione rischiano anche la chiusura fino a un mese.
A cura di Filippo M. Capra
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Dopo la protesta dei ristoratori che hanno deciso di prendere parte all'iniziativa #IoApro, accogliendo i clienti presso i propri locali nonostante le direttive contrarie dei vari Dpcm contro il Covid, si fa la conta delle multe accumulatesi. Solo a Milano, ad esempio, tra cittadini e ristoratori sono state emesse sanzioni per oltre 80.000 euro.

Sanzionati locali delle zone della movida milanese

L'appuntamento era per lo scorso 15 gennaio, giorno in cui in diverse parti d'Italia i ristoratori avevano annunciato una protesta civile per esprimere il proprio dissenso nei confronti del Governo, reo – questa la loro tesi -, di averli abbandonati senza ristori appropriati, condannandoli ad una crisi economica che pare non finire mai. Così facendo, hanno indotto i possibili clienti a non rispettare a loro volta le direttive anti Covid. Ma se per i cittadini è scattata "solo" la multa, per i titolari delle attività ora potrebbero esserci conseguenze anche peggiori. Perché questo comportamento può indurre le autorità a costringerli a tenere chiuso il proprio locale per qualche giorno e fino a un massimo di un mese, limitando dunque l'entrata economica (i ristoranti possono continuare a vendere le proprie pietanze ad asporto e con consegne a domicilio). In totale, le attività milanesi che hanno aderito a #IoApro sono circa una ventina. Dai dati comunicati dalla Questura, si tratta di bar, ristoranti e bristrot, quasi tutti situati nelle zone del centro, di corso Sempione, Porta Garibaldi e Porta Genova, ovvero le zone della movida. Infine, tutti coloro i quali sono stati scoperti dalle forze dell'ordine a violare le regole del Dpcm, sono stati identificati: si tratta di un totale di circa 200 persone.

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