“Io non vedente e mio marito sulla carrozzina, non troviamo un medico di base”: la storia di Monica e Claudio
"Il primo di gennaio il nostro medico di base andrà in pensione e nella zona in cui abitiamo non non ce ne sono altri disponibili": a dirlo a Fanpage.it è Monica Baion – residente nel quartiere Baggio (Milano) insieme a suo marito Claudio Giglio –, dopo averlo segnalato a Nicola Di Marco, Capogruppo del Movimento 5 Stelle Lombardia e ideatore di #ALERtiamoci.
Nella loro stessa situazione – stando all'ultima relazione annuale del Cnel sui servizi della PA –, ci sono migliaia di persone in Italia. La differenza tra Monica e molte di queste persone è che lei e suo marito hanno esigenze specifiche per le quali un medico distante dalla loro abitazione potrebbe significare la totale impossibilità di accedere alle cure di cui hanno bisogno. "Io sono non vedente, mio marito è in carrozzina e ha diverse patologie che necessitano di cure e farmaci frequenti. Se il medico non è vicino diventa difficoltoso riuscire a raggiungerlo nel momento in cui abbiamo bisogno", mi spiega.
La carenza di medici in Italia
I dati dell'ultima relazione del Cnel sui servizi della pubblica amministrazione parlano chiaro: oggi in Italia mancano almeno 10mila medici di medicina generale. Negli ultimi dieci anni sono diminuiti di oltre 6mila unità, specialmente al Nord che conta 59,9 medici di famiglia per 100.000 abitanti, a fronte di 63,9 al Centro e 72,0 al Sud.
Secondo la relazione questa carenza è dovuta a una vera e propria "crisi di anzianità" che interessa il nostro Paese in ambito medico: manca il turnover perché – detto senza giri di parole – chi va in pensione non viene sostituito da nessuno. Questo, considerando che un medico di base può seguire fino a 1800 pazienti, significa che ad ogni pensionamento 1799 persone potrebbero trovarsi nella situazione in cui si trovano oggi Monica e Claudio.
Un diritto alle cure negato
"Nel nostro caso ci sono due problemi: la disponibilità di medici e l'accessibilità degli ambulatori", ci spiega Monica. Se da un lato lei e suo marito non trovano un medico disponibile prima di San Siro – zona che si trova nello stesso municipio di Baggio, ma raggiungibile solo "cambiando due autobus, quindi impossibile per la mia situazione", specifica Claudio –, dall'altro ne devono escludere parecchi perché gli ambulatori non sono accessibili "per chi è in sedia a rotelle come mio marito".
"Nella zona di Baggio da quanto ne so ci sono solo un paio di medici accessibili per la carrozzina, e sono tutti con i massimali completi", ci dice. Tra questi c'è – fino al primo gennaio 2025 – anche la loro dottoressa, che si trova proprio all'angolo della via di casa: "on dobbiamo nemmeno attraversare, è una situazione perfetta per noi". Qualche giorno fa, però, Monica e Claudio hanno ricevuto una lettera dall'ATS di regione Lombardia in cui c'è scritto che la dottoressa sarebbe andata in pensione. Al momento non si parla di sostituzione nello stesso ambulatorio, "anche la stessa dottoressa ha detto che non ne sa niente".
I medici consigliati sulla lettera – che sarebbero i cosiddetti "medici associati" della dottoressa uscente – possono essere scelti se non hanno sforato i massimali. Altrimenti, come in questo caso, viene assegnato un altro medico direttamente dall'ATS, che si può cambiare autonomamente dalla piattaforma del Fascicolo Sanitario Nazionale. Nel caso di Monica e Claudio, il problema della nuova assegnazione è la distanza che prevede l'uso di mezzi pubblici: viste le loro esigenze, "se il medico non è vicino e raggiungibile a piedi diventa difficoltoso per noi riuscire a raggiungerlo nel momento in cui abbiamo bisogno".
Tuttavia, pur consultando il Fascicolo Sanitario Nazionale, il problema persiste. Durante l'intervista cercano insieme a Fanpage.it sulla piattaforma per vedere cosa viene fuori. Se fino a mezz'ora prima del nostro incontro "non c'erano medici di base in zona disponibili", ora è spuntata una dottoressa. Gli occhi di Monica sono increduli, ma disillusi. Sa già che, molto probabilmente, l'ambulatorio non sarà accessibile per la carrozzina del marito: paura che viene confermata da alcuni pazienti a cui ha chiesto il giorno dopo. "Mi hanno detto che ci sono i gradini" senza una rampa – come in moltissimi studi della zona, ci spiega –, ma è inutile anche porsi il problema, perché tanto il giorno dopo il nome era già sparito dalla piattaforma.
Noi di Fanpage.it abbiamo sentito Monica e Claudio nei giorni successivi all'intervista, per avere aggiornamenti sulla loro situazione: le novità dal Fascicolo Sanitario Nazionale si alternavano tra "nessun medico disponibile" e "medici disponibili, ma distanti". Per non parlare del fatto che sulla piattaforma non viene indicato quali siano gli ambulatori accessibili in sedia a rotelle e questo rende molto più complicata la selezione.
Come per Monica e Claudio, la carenza di medici mette in difficoltà moltissime altre persone: "Baggio è un quartiere ad alta concentrazione abitativa. Ci sono moltissimi anziani, persone con disabilità", individui per i quali avere un medico lontano da casa significa non poterci andare nel momento del bisogno.