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Investe una bambina di tre anni e scappa: revocati i domiciliari per il dirigente del Comune di Milano

Il giudice ha revocato gli arresti domiciliari per il dirigente di Palazzo Marino che lo scorso dicembre aveva investito una bimba di tre anni sulle strisce pedonali a Milano. L’uomo sarà ora sottoposto a un obbligo di firma in attesa della sentenza.
A cura di Alice De Luca
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(Immagine di repertorio)
(Immagine di repertorio)

Sono stati revocati gli arresti domiciliari per il dirigente comunale che lo scorso 17 dicembre, a Milano, aveva investito una bambina di tre anni sulle strisce pedonali, per poi darsi alla fuga. Il giudice Franco Cantù Rajnoldi ha quindi accolto la richiesta dell'avvocato difensore Ciro Paparo e ha revocato la misura cautelare all'imputato, commutata in un obbligo di firma due volte alla settimana.

I fatti contestati risalgono alla mattina del 17 dicembre 2024, quando l'impiegato comunale, un 63enne che lavorava a Palazzo Marino come dirigente nell'ufficio appalti, aveva travolto una bambina di tre anni che stava attraversando la strada dentro a un passeggino, spinto dalla madre sulle strisce pedonali in piazza Durante. L'uomo non si era fermato a prestare soccorso e, rintracciato poche ore dopo dalla Polizia grazie alla dash-cam di un furgone, nella prima udienza per direttissima aveva detto al giudice: "Ero sotto stress psicologico per una crisi familiare, sovrappensiero, non mi sono accorto che avevo preso un passeggino, ho sentito solo un botto e ho avuto paura, faccio mea culpa".

La telecamera montata su un camioncino presente al momento dell'incidente aveva anche immortalato il conducente dell'auto scappare subito dopo aver investito il passeggino, percorrendo una via in contromano e passando con il rosso. "E' stata una reazione istintiva – aveva ammesso il 63enne – mi sono spaventato e sono andato nel mio vecchio ufficio di lavoro. Sono ripassato sul posto dopo circa due ore, mentre gli agenti facevano i rilievi, e lì mi è venuto il sospetto che fosse accaduto qualcosa di più".

A seguito dell'incidente, la bimba di tre anni aveva riportato un trauma facciale e un trauma sul viso, per i quali era stata ricoverata all'ospedale Niguarda di Milano con prognosi di tre giorni. Ma, come aveva evidenziato il giudice Rajnoldi nel provvedimento con cui inizialmente aveva disposto per il dirigente gli domiciliari, "le conseguenze potevano essere gravissime".

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