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Investe un passeggino a Milano e poi scappa: il dirigente comunale chiede la sospensione del processo

Il dirigente comunale di Milano che lo scorso 17 dicembre ha investito un passeggino in piazza Durante ed è scappato ha chiesto la messa alla prova (con sospensione del processo). Il giudice: “Il risarcimento vada anche a un’associazione a tutela delle vittime della strada”
A cura di Francesca Del Boca
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Ha chiesto la messa alla prova il dirigente del comune di Milano arrestato lo scorso 17 dicembre dopo aver travolto un passeggino con a bordo una bimba di tre anni in piazza Durante (zona Loreto). L'uomo, 63 anni, responsabile dell'ufficio appalti già sospeso per una sanzione disciplinare, era fuggito dopo l'incidente, per venire rintracciato solo sette ore dopo grazie a una telecamera montata su un furgone di passaggio.

La richiesta è stata formulata all'udienza celebrata oggi, mercoledì 15 gennaio, e accolta dal giudice Franco Cantù Rajnoldi. "Ho sentito un botto e ho avuto paura", aveva spiegato lui agli agenti della polizia locale. "Ero sotto stress per un problema familiare, non mi sono accorto di aver investito un passeggino". Per scappare, il 63enne ha percorso a gran velocità una via in contromano, passando con il rosso. "È stata una reazione istintiva, mi sono spaventato e sono andato nel mio vecchio ufficio di lavoro. Sono ripassato sul posto dopo circa due ore, mentre gli agenti facevano i rilievi, e lì mi è venuto il sospetto che fosse accaduto qualcosa di più". La piccola, fortunatamente, aveva riportato solo lievi ferite.

L'istituto della messa alla prova, se approvato dal tribunale milanese, prevederà la sospensione del processo per l'imputato, chiamato a svolgere lavori di pubblica utilità, e l'estinzione del reato in caso di esito positivo di questo percorso. L'uomo dovrà in caso offrire un risarcimento alla madre della bimba e a un ente che abbia come obiettivo la tutela delle vittime da incidenti stradali. Il procedimento è stato rinviato al 14 aprile, quando è attesa la decisione del giudice che dovrà pronunciarsi anche sull'eventuale revoca degli arresti domiciliari.

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