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Interdittiva antimafia per un disco bar di Giussano: “Collegamenti con la criminalità organizzata”

Un disco bar di Giussano, in provincia di Monza e Brianza, è stato raggiunto da una interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura brianzola: le indagini dei carabinieri di Seregno hanno svelato collegamenti con la criminalità organizzata”. Scatta quindi il divieto per il titolare, un uomo di 28 anni, di avere contatti con la pubblica amministrazione.
A cura di Giorgia Venturini
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Scatta una interdittiva antimafia per un disco-pub di Giussano. Il provvedimento emesso dalla Prefettura di Monza e Brianza è stato eseguito dai militari della Compagnia dei carabinieri di Seregno e dagli agenti della polizia locale ieri 5 novembre nei confronti del locale gestito da un uomo di 28 anni della Brianza. Così in pochi minuti il disco bar, noto in zona, è stato chiuso. "Preventivo e cautelare, ha quindi comportato l’ordine di immediata cessazione dell’attività e decadenza del titolo autorizzativo all’esercizio", spiegano i carabinieri di Seregno.

Legami con la criminalità organizzata

Nel dettaglio le indagini dei militari su proposta anche della Direzione investigativa antimafia di Milano hanno svelato un possibile legame tra la criminalità organizzata e il locale sotto osservazione. I carabinieri parlano di un "disegno finalizzato a garantire la prosecuzione dell'attività ed eludere gli effetti interdittivi emessi in passato nei confronti delle precedenti società che avevano in gestione il locale ‘nascondendo' di volta in volta i soggetti ritenuti controindicati". Ma c'è di più: il continuo cambio di gestione del disco pub, purché totalmente lecite, non sono state in grado di ridurre la continuità e il rischio di un coinvolgimento da parte della criminalità organizzata. Così si è provveduto alla chiusura del locale.

Cosa prevede una interdittiva antimafia

Una volta emesso il provvedimento vuol dire che al titolare sono vietati qualsiasi contatti con la pubblica amministrazione. Questa misura del Prefetto ha infatti come obiettivo proprio quello di tutelare l'economia da infiltrazioni della criminalità organizzata escludendo così gli imprenditori da tutti possibili contratti con la pubblica amministrazione. Un rischio reale in questi mesi di emergenza sanitaria tanto che la magistratura in più occasioni ha messo in guardia da possibili tentativi di collusione tra ‘ndrangheta e imprenditori lombardi spinti dal bisogno di liquidità per la propria società. Ecco quindi che impedire a società sospette di partecipare ad appalti pubblici permette di tutelare l'economia sana.

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