Insulti social a Liliana Segre dopo la festa della Liberazione: la senatrice valuta nuove querele

"La più nazista di tutte". È solo uno degli insulti online ancora una volta rivolti a Liliana Segre, all'indomani della sua partecipazione alle commemorazioni della festa della Liberazione a Pesaro. Numerosi messaggi d'odio che in questi giorni sono comparsi sotto le foto e i video dell'evento, sulle pagine social del Comune di Pesaro e del sindaco Andrea Biancani.
"A che punto siamo arrivati,", ha commentato infatti con amarezza il primo cittadino. "Pesaro è con lei. Sono parole gravi, che andrebbero perseguite dalla giustizia. Parole che, oltre a far capire il livello di ignoranza di certe persone, denotano quanta rabbia e cattiveria c'è nella nostra società".
E ancora. "Come sindaco ribadisco che la presenza alla manifestazione del 25 aprile di Liliana Segre è stata un dono prezioso per la nostra città. Segre rappresenta un simbolo ed è la memoria vivente dei valori della Resistenza da tramandare alle nuove generazioni: averla in città è un onore, e i suoi cittadini nutrono nei suoi confronti grande stima e tanto affetto. Da sindaco le esprimerò sempre il senso di gratitudine per quello che rappresenta". Mentre altre manifestazioni di solidarietà sono arrivate da tutto il mondo politico, dal presidente del Senato Ignazio La Russa fino a Carlo Calenda e alla segretaria dem Elly Schlein.
La senatrice a vita, così, valuta nuove querele nei confronti degli odiatori social. La Procura di Milano ha intanto chiuso le indagini su 12 persone accusate di minacce e diffamazione aggravate da motivi di odio razziale nei confronti di Segre (per altre 17, fra cui Chef Rubio, ha chiesto l'archiviazione, a cui il legale della senatrice si è ultimamente opposto).