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Insulti sessisti contro l’arbitra di 16 anni durante la partita di calcio: genitore allontanato dallo stadio

A insultare la giovanissima arbitra, durante una partita domenicale del campionato Giovanissimi a Bagnolo Cremasco (Cremona), è stato un genitore in tribuna. “Per noi è persona non desiderata”, fanno sapere dalla società sportiva locale.
A cura di Francesca Del Boca
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

È stata travolta da una serie di insulti sessisti l'arbitra 16enne che ieri pomeriggio, domenica 3 novembre, era impegnata a dirigere la partita di calcio Under15 nel campo sportivo di Bagnolo Cremasco (Cremona). "Un episodio davvero increscioso, che condanniamo senza esitazioni", fanno sapere dalla società calcistica di casa, l'Unione Sportiva Bagnolo. "Non è ammissibile pronunciare certe frasi all’indirizzo di un arbitro donna. Ed è ancora più inaccettabile visto che si tratta di una ragazzina".

L'episodio è avvenuto durante il match del campionato provinciale locale tra Bagnolo Cremasco e Rivoltana. A urlare a gran voce le frasi sessiste e gli insulti volgari in direzione della giovanissima arbitra della sezione di Crema sarebbe stato il genitore di uno dei piccoli calciatori sul campo, in forze alla squadra di casa. Immediata la reazione degli altri spettatori in tribuna, che lo hanno prontamente redarguito e infine zittito. Ma non è certo bastato a far rinsavire l'uomo in tribuna, che a partita conclusa (2 a 0 per la squadra avversaria degli ospiti) si è allontanato dagli spalti senza rivolgere parola ai presenti e soprattutto senza nemmeno scusarsi con l'arbitra offesa. 

"Non ci sono davvero commenti da fare", sono state le parole del direttore generale dell’Us Bagnolo Renzo Verdelli a La Provincia di Cremona. "Il provvedimento che per ora possiamo prendere nei suoi confronti, visto che non possiamo certo emettere noi il Daspo, è quello di dichiararlo persona indesiderata. Non vogliamo che metta più piede alle partite dei Giovanissimi e in generale di tutte le squadre dell’Unione Sportiva Bagnolo". Il genitore "ultrà", quindi, non potrà più seguire la squadra allo stadio e durante le trasferte.

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