Insulti e minacce a Liliana Segre per il vaccino: aperta inchiesta per odio razziale
La Procura di Milano ha aperto un fascicolo per il reato di minacce aggravate dalla discriminazione e dall'odio razziale per il caso degli insulti e delle minacce rivolte alla senatrice a vita Liliana Segre. Frasi offensive anche di stampo antisemita arrivate sui social dopo la sua vaccinazione contro il Covid-19 al Fatebenefratelli di Milano.
La polizia postale, coordinata dal capo del pool antiterrorismo milanese Alberto Nobili, sta indagando per identificare gli autori dei messaggi via social. Già in passato la senatrice a vita era stata oggetto di minacce online ed era stata aperta un'inchiesta.
"Parole inaudite, ignobili e irripetibili", ha affermato la segretaria metropolitana del PD Silvia Roggiani, riferendosi ai commenti contro Liliana Segre. "Un segnale allarmante dell'intolleranza e dell'ignoranza che purtroppo serpeggia sui social. Una violenza di fronte alla quale non si può restare indifferenti".
Nella prima giornata di vaccinazioni per gli anziani, Segre ha prestato il volto anche per la campagna di sensibilizzazione di Regione Lombardia rivolta agli over 80, al fianco del governatore Attilio Fontana e della vicepresidente Letizia Moratti.
"Da nonna novantenne dico ai miei ‘fratelli' e alle mie ‘sorelle', che arrivano a questa età, di non avere paura e di fare il vaccino", ha dichiarato rivolta a tutti gli anziani che, dal 18 febbraio, possono ricevere il vaccino. Sono molto contenta di avere avuto l'opportunità di fare questo vaccino, cosa di cui sono molto convinta. "Non oggi, davanti al virus, ma in tutta la mia vita. Ho sempre creduto nei vaccini, come quando ho compiuto viaggi lontani, ho vaccinato i miei figli e sono vaccinati anche i miei nipoti. Non ho paura del vaccino, ho paura della malattia".