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Insulti antisemiti a Liliana Segre, il giudice ordina nuove indagini su 86 account. Archiviato Chef Rubio

Il gip Alberto Carboni del Tribunale di Milano ha ordinato alla Procura di continuare a indagare su 86 account che avrebbero pubblicato insulti alla senatrice a vita Liliana Segre. È stata disposta anche l’imputazione coatta per sette persone. Archiviata, invece, la posizione di Chef Rubio: “Sue frasi una manifestazione argomentata del pensiero”.
A cura di Enrico Spaccini
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Il gip del Tribunale di Milano, Alberto Carboni, ha ordinato alla Procura di continuare a indagare su 86 account social che si sarebbero resi autori di diffamazione con l'aggravante dell'odio razziale nei confronti di Liliana Segre. Il giudice ha disposto anche l'iscrizione di nove persone nel registro degli indagati e l'imputazione coatta, quindi il decreto di citazione diretta a giudizio, per altre sette. Tra i nuovi indagati comparirebbe Nicola Barreca, che nel periodo preso in esame dagli investigatori ricopriva la carica di segretario cittadino della Lega a Reggio Calabria, mentre è stata archiviata la posizione di Gabriele Rubini, alias Chef Rubio.

Le indagini sugli hater della senatrice Segre

La senatrice a vita Segre, attraverso il suo avvocato Vincenzo Saponara, aveva depositato un documento da circa 200 pagine nel quale erano state indicate le minacce e le offese che avrebbe ricevuto tra il 2022 e il 2023 attraverso canali social ed email. In tutto erano stati segnalati 246 account. "Nel 90 per cento dei casi gli insulti che riceve sono nazisti, non sono insulti alla sua veneranda età o alle sue posizioni politiche", aveva spiegato Saponara.

Il pm Nicola Rossato aveva chiuso le indagini lo scorso gennaio chiedendo il rinvio a giudizio per 12 persone. Alcuni di questi sarebbero dichiaratamente No Vax, altri Pro Pal, e l'accusa nei loro confronti è di diffamazione e minacce online, con l'aggravante della discriminazione dell'odio razziale. Il 27 marzo, inoltre, l'avvocato Saponara si era opposto davanti al gip alla richiesta di archiviare la posizione di altri 17 indagati avanzata dal procuratore.

Il giudice: "Accusare di nazismo una reduce dai campi di sterminio è la più infamante delle offese"

Nel provvedimento depositato questa mattina, 28 aprile, il gip Carboni ha respinto gran parte delle richieste della Procura. Il giudice, infatti, ha indicato altri 86 account per i quali si dovrà continuare a indagare per risalire all'identità dei presunti hater, ha disposto le indagini su altre nove persone e ordinato l'imputazione coatta per altre sette.

Come ha scritto il giudice, accusare "di nazismo una reduce dai campi di sterminio integra di per sé" la diffamazione ed è "uno sfregio alla verità oggettiva" e "la più infamante delle offese per la reputazione di chi ha speso la propria vita per testimoniare gli orrori del regime e per coltivare la memoria dell'olocausto". Per quanto riguarda la posizione di Chef Rubio, per il gip Carboni "le riportate, per quanto aspre, rappresentano una manifestazione argomentata del pensiero dell'autore in ordine a un tema politicamente sensibile. I termini usati sono continenti e non si risolvono in espressioni offensive".

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