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“Insieme facciamo paura”: parla l’organizzatrice della festa in piscina per sole donne a Limbiate

“Se per un giorno voglio semplicemente essere più tranquilla e posso evitare certi sguardi, che male faccio?”, è la testimonianza di una delle organizzatrici del pool party di Limbiate (Monza e Brianza) per sole donne, e in particolare per la comunità femminile musulmana. “Noi siamo per la libertà della donna”
A cura di Francesca Del Boca
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"Non volevamo isolarci, solo divertici. E invece 200 donne in piscina fanno paura". Le 200 donne in piscina sono quelle radunate dall'evento per sole donne "muslim friendly" che doveva avere luogo lo scorso sabato nel parco acquatico di Limbiate (Monza e Brianza): osteggiata prima dalla Lega e poi dagli stessi gestori dell'impianto, l'iniziativa è stata ufficialmente annullata. In attesa, forse, di nuove direttive. "Ci hanno accusato di volerci segregare. Ma in tal caso non avremmo certo fatto pubblicità sui social".

La festa in piscina senza uomini a Limbiate

È la testimonianza di Iman, una delle organizzatrici dell'evento in piscina, a Corriere della Sera. "Siamo un gruppo di amiche che ha voluto fare un’iniziativa commerciale", spiega. Un pool party previsto per l'8 luglio in una struttura della Brianza, senza uomini e senza occhi indiscreti: staff interamente al femminile, tra bagnine e security, nessuna telecamera, cellulari consegnati all'ingresso, nessun palazzo con vicini spioni nelle vicinanze della vasca.

La consegna dei cellulari

"Se per un giorno voglio semplicemente essere più tranquilla, se posso evitare certi sguardi per il modo in cui sono vestita, che male faccio?". E sulla consegna dei cellulari, obbligatoria e sanzionata con "severi provvedimenti" al fine di "garantire a tutte comfort e divertimento in totale sicurezza": "Non lo abbiamo imposto, lo abbiamo chiesto a quelli dell’impianto. Ripeto, è un evento privato come tanti altri. E tutte erano d’accordo per lasciare fuori i telefoni cellulari".

La protesta della Lega

"Volevamo una giornata solo per noi, per rilassarci e divertirci", le sue parole. La riposta alle polemiche scatenate dall'eurodeputata leghista Isabella Tovaglieri. "Una festa all'insegna della segregazione femminile", aveva detto in un video. "A lasciare sgomenti è anche l'ingresso previsto per le bambine. Un modo per indottrinarle prematuramente e subdolamente alla segregazione e alla sottomissione".

"Indottrinare le bambine con una festa in piscina? Mi pare ridicolo. Noi condanniamo l’estremismo e siamo per la libertà della donna, siamo medici, infermiere, professioniste. Io scelgo di vestirmi come voglio. Perché sono libera di scoprirmi, ma non di coprirmi?", il commento dell'organizzatrice. "Io vado al mare in Liguria, indosso il burkini, porto il velo perché ho sposato certi valori. Gli sguardi e i commenti li sento sempre, ma sono abbastanza forte e non ho problemi. Se un giorno voglio stare tranquilla, che male c'è?"

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