Insegna per vent’anni senza laurea: finisce i servizi sociali ma deve risarcire lo Stato per 250mila euro
Aveva chiesto e ottenuto l'estinzione del suo reato facendo un periodo di messa alla prova che ora ha già completato. Ora le restano da pagare alla Corte dei Conti 247mila e 673 euro. Questi gli sviluppi giudiziari di Viviana Mazzoni, la 49enne comasca accusata di aver insegnato per quasi 20 anni in scuole materne, elementari e anche licei presentando titoli di studio contraffatti e incassando, così, regolari stipendi da docente dal ministero delle Finanze e in minima parte dagli istituti scolastici.
Le indagini nei confronti della donna si sono concluse circa un anno fa con la richiesta di rinvio a giudizio per truffa nei confronti dell'ente pubblico. Il giudice per l'udienza preliminare aveva poi deciso di concludere il procedimento con la messa alla prova dell'imputata che ha svolto negli scorsi mesi arrivando quindi all'estinzione del reato. L'udienza si è concentrata sulle graduatorie per gli anni scolastici tra 2020 e 2022: a queste graduatorie l’insegnante era stata inserita dopo una domanda presentata all’istituto scolastico provinciale di Como. In questa domanda aveva dichiarato di essersi laureata il 18 dicembre del 2000 "Laurea in Lingue e letterature straniere moderne allo Iulm di Milano", la Libera Università di Lingue e Comunicazione. Un attestato che in realtà l'insegnante non aveva mai preso.
Ora l'ultimo debito è con la Corte dei Conti: i giudici in questo caso le hanno chiesto una restituzione di 247mila e 673 euro perché hanno accertato vent'anni di insegnamento di inglese e tedesco in scuole di ogni grado senza essere mai arrivata alla laurea. Le accuse di falso, oltre al diploma di laurea, riguardavano anche la contraffazione di una certificazione rilasciata dall’università milanese. In vent'anni aveva lavorato a Lurate Caccivio, Uggiate Trevano, Appiano Gentile, Olgiate Comasco, – Cermenate, Valmorea, Como, Villa Guardia. I primi sospetti sarebbero scattati a Plinio.