“Inneggiano a Hitler, alla razza bianca e negano la Shoah”: condannati due neonazisti nel Milanese
Sono stati condannati a 1 anno e 4 mesi di reclusione, senza sospensione condizionale della pena, due esponenti del Movimento nazionalista e socialista dei lavoratori (Nsab-Mlns) accusati di aver propagandato "idee fondate sulla superiorità e sull’odio razziale o etnico, anche incitando a commettere atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi". I due, il 33enne Enrico Verri e un 21enne, sui social condividevano immagini e volantini, trovati anche nelle loro case, in cui negavano o minimizzavano l'Olocausto e inneggiavano alla superiorità della "razza bianca".
I volantini che inneggiavano a Hitler e negavano la Shoah
L'inchiesta è partita nel 2020 quando gli investigatori della Digos avevano intercettato su Facebook, Instagram e Vkontakte i messaggi del Nsab, gruppo di ispirazione nazista già finito al centro di indagini in passato. Tra gli utenti più attivi c'erano proprio Verri e il 21enne, residenti a Milano e Mariano Comense, "che spiccavano per la massiva condivisione di immagini e post dall’esplicito tenore discriminatorio, perché inneggianti ora alla superiorità della razza bianca, ora al nazismo hitleriano, ora alla negazione della Shoah".
Nella primavera del 2021 gli agenti della Digos hanno effettuato perquisizioni nelle loro abitazioni, trovando volantini con i numeri delle vittime dell'Olocausto affiancati dalla figura di Pinocchio. Altri, invece, inneggiavano a Hitler e attribuivano "al popolo ebraico da una parte di aver mentito sull’Olocausto e dall’altra di aver ordito una congiura internazionale grazie a uno spropositato quanto ingiustificato potere economico". Infine, alcuni volantini in cui inneggiavano all'abolizione delle leggi Mancino e Scelba.
"Comportamenti lesivi della dignità e della storia di un intero popolo e potenzialmente pericolosi"
Come ha scritto il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Milano, Cristian Mariano, i due avrebbero "più volte invocato l'abolizione del reato loro ascritto, in forza di una indiscriminata ‘libertà di pensiero politico', asseritamente soffocata dalle leggi in vigore". Tuttavia, ricorda il gup, "non vi è nessuna ‘opinione' suscettibile di tutela, ma si tratta, piuttosto, di reprimere comportamenti lesivi della dignità e della storia di un intero popolo, peraltro potenzialmente pericolosi per l'ordine pubblico, e financo per l'ordinamento democratico".
I due sono stati quindi condannati a un anno e 4 mesi di reclusione, perché ritenuti colpevoli dei reati di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa.