Inizia il processo per la morte del 12enne Francesco: “Esami effettuati dopo 14 ore di ricovero”
È iniziato nella giornata di ieri, mercoledì 19 gennaio, il processo relativo alla vicenda di Francesco Palomino Congo, il ragazzino di dodici anni – che viveva a Cervignano D'Adda, in provincia di Lodi – che è morto il 30 dicembre 2019. Il decesso è avvenuto all'ospedale di Vizzolo Predabissi, comune dell'hinterland milanese. La causa della morte sarebbe una strozzatura dell'intestino che non sarebbe stata diagnosticata in tempo. Ieri si è svolta la prima udienza del processo civile.
L'ecografia e la radiografia eseguite in ritardo
Stando a quanto riportato dal quotidiano "Il Giorno", oggi il giudice del procedimento civile dovrebbe sciogliere le riserve su dei punti che sono stati sollevati dai legali che rappresenta la famiglia di Francesco. L'avvocato Giuseppe Badolato ha infatti depositato una relazione stilata dagli esperti Carlo Bernabei e Luciano Corbellini. All'interno del testo, viene evidenziato come il ragazzo si sarebbe potuto salvare qualora fosse stata effettuata una diagnosi più rapida. L'ecografia e la radiografia sarebbero state infatti eseguite quattordici ore dopo il ricovero nonostante l'aggravarsi delle condizioni del 12enne.
Il medico chirurgo indagato
A livello penale invece – sulla base di quanto finora scoperto dagli inquirenti di Lodi che ha aperto subito dopo la morte un fascicolo – la morte è stata causata da una strozzatura che ha mandato in necrosi ben tre metri di intestino e che poi ha portato al blocco del cuore. Attualmente è indagato un chirurgo dell'ospedale che è accusato di omicidio colposo e che secondo i magistrati avrebbe operato il 12enne con "colpevole ritardo". L'udienza per il medico si svolgerà in primavera.