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Indagati i figli di Elisabetta Casellati: inchiesta archiviata, ma “non ci sono dubbi sull’evasione fiscale”

Richiesta l’archiviazione per i figli del ministro Elisabetta Casellati, anche se la Procura ribadisce che “non ci sono dubbi sulla commissione dell’evasione fiscale”. I due indagati giovano quindi della riforma Cartabia.
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L'inchiesta per evasione fiscale nei confronti di Alvise e Ludovica Casellati, i figli della ministra delle Riforme del governo Meloni, è stata archiviata. Non perché i magistrati di Milano hanno  dubbi sul fatto che i due abbiano emesso false fatture al fine di evadere le tasse, ma perché la cifra evasa non sarebbe particolarmente rilevante. I familiari di Elisabetta Casellati hanno quindi potuto giovare della riforma della giustizia firmata da Marta Cartabia, che prevede la "non punibilità della condotta quando, per le modalità o per l'esiguità del danno, sia di particolare tenuità e non risulti abituale".

L'indagine sui figli di Maria Elisabetta Casellati

Lo scorso novembre la Procura della Repubblica di Milano aveva aperto un'inchiesta nei confronti di Alvise e Ludovica Casellati per aver fatto fatture false al fine di evadere il fisco. Nello specifico i pubblici ministeri milanesi sostenevano che i due avressero falsificato le dichiarazioni Iva 2022 e 2023 per "scaricare" i costi sostenuti per pagare il promotore finanziario Domenico Angiolella. Dalle chat analizzate sembrava, inoltre, che anche la madre – attuale ministro delle Riforme e già Presidente del Senato – fosse a conoscenza del raggiro.

All'indomani dell'apertura dell'inchiesta, il loro avvocato Ernesto De Toni aveva spiegato che "dopo aver appreso la situazione dagli atti ricevuti pochi giorni fa, immediatamente hanno provveduto a sanare con l’Agenzia delle Entrate le violazioni fiscali di importo modesto che risultano contestate loro". E soprattuto che "il ministro Casellati non ha avuto alcun ruolo nella vicenda".

Tuttavia sul coinvolgimento della ministra pesa una conversazione avvenuta tramite whatsapp in cui lo stesso Angiolella scriveva a uno dei due indagati: "Parlavo stamattina con tua madre che mi ha chiamato per fatture, potreste scaricarle". Ma per l'avvocato De Toni era "evidente l’interesse del falso promotore finanziario a coinvolgerla per i propri scopi illeciti".

"Non ci sono dubbi sull'evasione fiscale", ma l'inchiesta viene archiviata

Dopo quasi tre mesi dall'apertura dell'indagine, secondo quanto riporta il Corriere delle sera, è la stessa Procura a chiederne ora l'archiviazione, in quanto "si deve convenire con i difensori Nadia Alecci e Ernesto De Toni che l'evasione di poche migliaia di euro per l'annotazione nelle dichiarazioni di due sole fatture per ciascuno dei fratelli, una per ogni anno, appare condotta illecita obiettivamente riconducibile alla categoria della particolare tenuità".

I due indagati hanno quindi potuto giovare dell'articolo 131 bis della riforma Cartabia del 2022, che prevede proprio la non punibilità "della condotta quando, per le modalità o per l'esiguità del danno, sia di particolare tenuità e non risulti abituale". In questo caso la cifra evasa non sarebbe stata particolarmente rilevante e le fatture false sarebbero state "soltanto" due, una per ciascuno dei due figli.

Tuttavia i magistrati hanno ribadito che "non ci sono dubbi sulla commissione dell'evasione fiscale". La richiesta di archiviazione arriva quindi non perché il fatto non sia stato commesso, ma perché non sarebbe particolarmente grave e continuato nel tempo. Mentre nulla di più si sa a proposito dell'eventualità che la madre, ministro della Repubblica, ne fosse a conoscenza.

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