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Caso Chiara Ferragni

Indagata per truffa aggravata, Chiara Ferragni non parlerà ai pm ma si difenderà con una memoria scritta

Chiara Ferragni, indagata per truffa aggravata e continuata per il caso pandoro Balocco e uova di Pasqua Dolci Preziosi, non parlerà ai pm. D’accordo con i legali, l’influencer depositerà una memoria scritta con cui intende difendersi dalle accuse.
A cura di Enrico Spaccini
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Chiara Ferragni ha deciso di difendersi dall'accusa di truffa aggravata e continuata con una memoria scritta per il caso pandoro e uova di Pasqua. La decisione, presa in accordo con gli avvocati Giuseppe Iannaccone e Maurizio Bana, arriva dopo un incontro che si è tenuto tra i legali dell'influencer e il procuratore aggiunto Eugenio Fusco, affiancato dal sostituto Cristian Barilli. I legali hanno fatto sapere che Ferragni non si sottoporrà a un interrogatorio nei prossimi giorni, ma che preparerà una "copiosa memoria" che sarà depositata nei prossimi giorni. Dopodiché, entro dicembre la Procura dovrà decidere se chiedere l'archiviazione del caso o il rinvio al giudizio.

Entro dicembre arriverà la decisione del pm

Stando a quanto riportato da Ansa, gli avvocati Iannaccone e Bana avrebbero chiesto alla Procura più tempo per preparare e depositare la memoria scritta. La procedura, infatti, prevede che entro 20 giorni dalla notifica della chiusura delle indagini, gli indagati possono chiedere agli inquirenti di spiegare la propria posizione prima della richiesta di rinvio a giudizio. Nelle prossime settimane, invece, i legali di Ferragni depositeranno una memoria scritta e, perciò, il pm dovrà decidere come proseguire all'incirca entro dicembre.

Insieme a Ferragni, sono indagati anche Fabio Damato, suo ex collaboratore, Alessandra Balocco, amministratore delegato dell'azienda piemontese, e Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID spa. Al centro delle indagini ci sono le due operazioni commerciali di sponsorizzazione, una per il pandoro Balocco e l'altra per le uova di Pasqua Dolci Preziosi, attraverso le quali Ferragni avrebbe tratto un ingiusto profitto di circa 2 milioni e 200mila euro fornendo "informazioni fuorvianti" ai clienti e sperando di ottenere un "ritorno di immagine legato alla prospettata iniziativa benefica".

Le accuse nei confronti degli indagati

Le società di Ferragni, Tbs Crew e Fenice, erano state multate a dicembre 2023 dall'Antitrust. Il Codacons, poi, aveva presentato un esposto in Procura ipotizzando che nelle operazioni per commercializzare il pandoro e le uova di cioccolato pasquali, tra il 2021 e il 2022, siano state "propalate informazioni fuorvianti".

Secondo l'accusa, infatti, si sarebbe fatto credere che acquistando i prodotti brandizzati Ferragni, i clienti avrebbero contribuito alla donazione in favore prima dei bambini ricoverati all'ospedale Regina Margherita di Torino e poi all'associazione ‘Bambini delle fate‘. In realtà, però, l'ospedale aveva già ricevuto 50mila euro da Balocco e l'associazione all'incirca 36mila euro. Somme che non dipendevano, quindi, dalla quantità di prodotti venduti.

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