Incidente nautico sul Lago di Garda, i due turisti tedeschi: “Ci siamo voltati, ma non abbiamo visto nulla”
Nella giornata di oggi, venerdì 25 febbraio, si è svolta una nuova udienza relativa all'incidente sul lago di Garda del 19 giugno scorso dove la 25enne Greta Nedrotti e il 38enne Umberto Garzarella hanno perso la vita. Accusati di omicidio colposo, omissione di soccorso e naufragio ci sono i due turisti tedeschi che guidavano il motoscafo Riva che ha distrutto il gozzo dove si trovava la coppia. Si tratta di Christian Teismann, proprietario dell'imbarcazione, e Patrick Kassen che quella sera guidava.
La ricostruzione dell'incidente
Durante l'udienza di oggi, i due sono stati ascoltati per diverse ore. Durante gli interrogatori hanno ricostruito l'incidente e hanno ripetuto più volte di non essersi resi conto di aver colpito la barca. I due hanno raccontato di aver cenato al ristorante "Il Sogno di San Felice" e di essersi messi in viaggio verso le 22.52. Teismann avrebbe detto all'amico di sentirsi stanco. Quest'ultimo ha quindi deciso di mettersi alla guida: "Avevo lasciato accese sia le luci di murata che di posizione pensando di essere visto meglio dalle altre imbarcazioni".
L'incidente è avvenuto alle 23.24: Kassen ha raccontato di aver sentito un rumore, ma di non aver notato nulla: "Ho pensavo di aver colpito un tronco di legno o un ramo". L'uomo ha specificato che il motoscafo non ha reagito e ha continuato la sua corsa come se non fosse accaduto nulla. L'unico inconveniente sarebbe stata una falla nella chiglia che ha iniziato a far imbarcare acqua. I due hanno detto di essersi fermati a controllare: "Ho tolto il gas per controllare cosa fosse successo. Ci siamo voltati e non abbiamo visto nulla". Durante la fase di rientro al porto, i due raccontano che le manovre di attracco sarebbero state complicate. In un video, diffuso qualche settimana dopo l'incidente, si vede Kassen cadere nel lago. Secondo gli inquirenti perché ubriaco, ma l'uomo ha continuato a smentire la versione. Durante l'interrogatorio ha sostenuto di cercare di spingere la barca per recuperare spazio e di aver così perso l'equilibrio. Durante il suo interrogatorio Teismann rinnova le sue scuse alle famiglie: "Voglio scusarmi. Chiedo perdono".