Incidente Lago di Garda, per la prima volta entrambi gli imputati presenti in tribunale
Per la prima dall'inizio del processo Christian Teismann e Patrick Kassen si sono presentati insieme nell'udienza di oggi 14 gennaio che li vede imputati per la morte di Greta Nedrotti e Umberto Garzarella, travolti e uccisi dal motoscafo con a bordo i due turisti tedeschi. I due imputati non hanno parlato: in aula si è discusso sulla dinamica dell'incidente, per poi rinviare alla prossima udienza fissata per il 2 febbraio quando verranno sentiti i consulenti del pubblico ministero e anche i primi della difesa, come comunica a Fanpage.it l'avvocato della famiglia di Umberto Ramondo Daldosso.
Cosa è successo nella altre udienze
Nelle prime udienze era presente solo Patrick Kassen, il turista alla guida del motoscafo quello scorso 19 giugno e ora ai domiciliari. Teismann, prima di oggi, non è mai stato presente in aula. Le porte del Tribunale di Brescia si erano aperte la prima volta il 10 novembre quando era stato raggiunto un accordo di risarcimento alle due famiglie che per i famigliari di Greta si aggira attorno ai 2 milioni e mezzo di euro mentre per quelli di Umberto a un milione e 300mila euro. Poi di nuovo il 16 dicembre per ascoltare i primi testimoni e ascoltarne altri il 21 dicembre. Per tutto il processo resta parte offesa la famiglia di Umberto mentre la famiglia della ragazza, una volta raggiunto l'accordo sul risarcimento, ha deciso di ritirare la sua costituzione a parte civile.
L'incontro tra il padre di Umberto e Teismann
Al termine di un'udienza Enzo Garzarella, il padre di Umberto, aveva invitato Teismann, il turista non alla guida e per questo in stato di libertà a Monaco, a incontrarlo davanti alla tomba del ragazzo al cimitero a Salò, nel giorno in cui avrebbe compiuto 37 anni. L'imputato, come raccontato a Fanpage.it, si è presentato in maniera molto umile e ha portato delle rose bianche: qui ha fatto le sue scuse a Enzo Garzarella. L'incontro è durato circa un'ora, ma non è mai stato toccato l'argomento incidente: "Mi sono trovato davanti una persona diversa – ha spiegato Enzo Garzarello al Giornale di Brescia – da quello che mi ero immaginato e che avevo conosciuto solo dagli atteggiamenti successivi all’incidente e dalle carte del processo". Poi ha anche precisato: "Non perdono, non lo posso fare, ma gli riconosco di avere avuto il coraggio di metterci la faccia davanti alla tomba di Umberto".