Quali sono i cantieri bloccati dalla Procura a Milano dopo le inchieste sull’urbanistica

Sono circa 150 le nuove costruzioni residenziali incompiute a Milano. Una vera e propria paralisi edilizia che ormai da anni tiene fermi cantieri di tutta la città e progetti ambiziosi come le Park Towers di Crescenzago, la Torre Milano alla Maggiolina e la palazzina di via Fauchè, a due passi da corso Sempione.
Il risultato: un ormai profondo stallo economico e giudiziario, causato da decine di pratiche ferme negli uffici amministrativi e dalle inchieste condotte dalla Procura di Milano. Con l'arresto dell'architetto Giovanni Oggioni, il primo nell'ambito delle indagini sulla gestione dell'urbanistica in città, e il conseguente terremoto su Palazzo Marino con le dimissioni dell'assessore alla Casa Guido Bardelli e il passo indietro di Beppe Sala sul sostegno al disegno di legge Salva Milano, del resto, l'immobilismo cittadino è sicuramente destinato a protrarsi nel tempo.
Le accuse della Procura di Milano
I cantieri bloccati in città sono tutti accomunati dalle medesime accuse, ovvero quella di aver fatto passare per ristrutturazioni di piccole palazzine delle nuove costruzioni (spesso torri o grattacieli), autorizzate in Comune con una semplice Scia (segnalazione certificata d’inizio attività) senza il piano attuativo che dovrebbe invece assicurare standard e servizi necessari ai residenti dell'area, oltre al pagamento dei corretti oneri di urbanizzazione.
Una sorta di "rito ambrosiano" in cui membri della Commissione per il Paesaggio, operatori economici, progettisti privati e soggetti interni all'amministrazione comunale avrebbero favorito il rilascio di titoli edilizi illeciti (non approvati dalla giunta o dal consiglio) per realizzare così operazioni immobiliari altamente speculative.
Quali sono i cantieri bloccati a Milano

Il primo faro della Procura su quello che viene chiamato dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini, Mauro Clerici e la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano "sistema Milano" si accende in un cortile tra piazza Aspromonte e via Filippino Lippi, dove al posto di una palazzina da due piani viene progettato un condominio da sette piani.
Segue l'inchiesta sulla Torre Milano di via Stresa, primo progetto per cui è stato disposto il rinvio a giudizio per otto persone (tra cui proprio Giovanni Oggioni, in quanto ex responsabile della Direzione urbanistica di Palazzo Marino), già completata con i suoi 24 piani (82 metri) sorti al posto di due edifici da due e tre piani attraverso la presentazione di una semplice Scia.

Ma al centro delle inchieste milanesi ci sono anche le Park Towers di via Crescenzago, nei pressi del Parco Lambro, dove i due nuovi grattacieli, alti 81 e 59 metri, erano stati realizzati in seguito alla demolizione di due capannoni che sorgevano nell'area di via Crescenzago. Le accuse dei magistrati, anche in questo caso, sono di abusi edilizi, lottizzazione abusiva, falso. Così come nella vicenda dei cantieri di via Fauchè, dove sono sotto inchiesta il committente dell’opera, il direttore dei lavori e il rappresentante legale della ditta che dovrebbe realizzare la nuova casa al posto di un capannone. E anche per quanto riguarda il caso delle Residenze LAC al Parco delle Cave, che dal luglio del 2024 è uno scheletro di cemento.