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Inchiesta urbanistica, il rapporto tra gli architetti Oggioni e Cerri e i politici: “Così scriviamo il Salva Milano”

Oggi, mercoledì 5 marzo, è arrivato il primo arresto nell’ambito delle indagini della Procura di Milano sulla gestione dell’urbanistica. Si tratta dell’architetto Giovanni Oggioni che, secondo le intercettazioni, avrebbe dettato la legge Salva Milano insieme al progettista Marco Cerri.
A cura di Giulia Ghirardi
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Con 172 voti favorevoli e 41 contrari, il 21 novembre 2024 la Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge 1987, meglio conosciuto come Salva Milano. Oggi, mercoledì 5 marzo, alla vigilia dell'esame in Senato, arriva il primo arresto nell’ambito delle indagini della Procura di Milano sulla gestione dell’urbanistica.

Si tratta dell'architetto Giovanni Oggioni, ex direttore dello Sportello Unico per l'Edilizia (SUE) ed ex vice presidente della Commissione per il paesaggio del Comune di Milano, per il quale il gip Mattia Fiorentini ha disposto i domiciliari eseguiti questa mattina dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza. Tra le svariate accuse che sono state rivolte a Oggioni, una sorprende particolarmente e ha a che fare proprio con il disegno della legge Salva Milano.

Dalle indagini sarebbe emerso che tale legge sarebbe stata voluta e direttamente dettata dagli indagati Cerri e Oggioni ai loro referenti politici presenti al Governo e alla Camera dei deputati. In questo sarebbero stati aiutati dai "referenti politici di Zinna". Sempre nel corso delle indagini, sarebbe emerso che Oggioni e Cerri avrebbero preteso che il testo fosse declinato in termini di "legge di interpretazione autentica", come poi si sarebbe effettivamente verificato il 21 novembre 2024.

Ancora, le indagini avrebbero portato alla luce un'attività di pressing, avviata già dal mese di febbraio 2024, volta a ottenere una legge che garantisse il sistema e impedisse l'azzeramento delle indagini. Questo subito dopo che il Gip di Milano, nell'ambito del procedimento sul caso delle torri di via Crescenzago 105, aveva confermato la validità dell'impianto accusatorio della Procura, con ampie analisi e citazioni giurisprudenziali, pur non disponendo il sequestro. In tale attività sembra che i più attivi siano stati proprio gli indagati Cerri, Oggioni, aiutati da Zinna e alcuni legali, i cui studi professionali curerebbero i contenziosi e gli interessi economici di grossi gruppi immobiliari operanti a Milano. Tutto ciò, secondo l'accusa, non farebbe altro che mostrare un reticolo di relazioni che dagli uffici porterebbe direttamente al Governo e al Parlamento.

Sempre secondo gli investigatori, il fine di tali azioni sarebbe quello di confezionare una legge che, agendo sui punti più sensibili delle violazioni della normativa urbanistica rilevate dai magistrati, sia in grado di mettere "al riparo il sistema edilizio instaurato a Milano" dalle conseguenze dei procedimenti penali in corso. Per di più, come emergerebbe ancora dalle indagini, gli interessati alla legge Salva Milano che punterebbero a una sorta di condono edilizio, sarebbero stati fortemente avversati dagli indagati Cerri e Oggioni e altri che punterebbero, invece, a una "legge di interpretazione autentica".

Infine, nel corso delle indagini, sembra che in un'intercettazione telefonica avvenuta il 24 ottobre, Cerri avrebbe discusso con un legale del testo della legge Salva Milano e avrebbe detto che sarebbe arrivata direttamente dalla camera, "cioè da Lupi". Cerri avrebbe quindi continuato affermando che un prima bozza gli sarebbe giunta "da quella fonte" che gli avrebbe richiesto di esprimere in merito "opinioni pareri e commenti", e che avrebbe dato lui il testo al relatore del disegno di legge, in accordo con "Guido"  che, secondo gli inquirenti, sarebbe l'assessore alla Casa del Comune di Milano. Cerri avrebbe quindi rivendicato la paternità del testo affermando che lo aveva già redatto lui personalmente nel mese di febbraio.

Dalle indagini emergerebbe, infine, un contatto telefonico tra gli stessi Cerri e Lupi lo stesso giorno in cui è stata approvata in aula la proposta di legge in materia urbanistica ed edilizia Salva Milano, il 21 novembre 2024.

Che cos'è il Salva Milano e cosa prevede

Con 172 voti favorevoli e 41 contrari, il 21 novembre 2024 la Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge 1987, meglio conosciuto come Salva Milano. Una norma transitoria che, se dovesse ottenere il via libera anche dal Senato, andrebbe a disciplinare gli interventi "in materia urbanistica ed edilizia" con l'obiettivo di far ripartire i 150 progetti che nei mesi scorsi sono stati bloccati dalla Procura di Milano per presunti abusi edilizi. In sostanza, il Salva Milano stabilisce che i piani attuativi comunali, fino ad ora necessari per la demolizione e la ricostruzione con sagome e volumetrie differenti, non sono più obbligatori se gli interventi edilizi sono realizzati in "ambiti edificati e urbanizzati". Così, per costruire un grattacielo al posto di un edificio di pochi piani, sarà sufficiente presentare una Segnalazione certificata di inizio attività (Scia) per ristrutturazione.

Come detto, il Salva Milano è un provvedimento transitorio. Qualora dovesse avere l'approvazione anche del Senato, la legge rimarrà in vigore fino a quando non sarà effettuato un riordino organico della disciplina edilizia, che dovrà essere approvato entro i successivi sei mesi e dopo che sarà raggiunta un'intesa tra Stato e città in Conferenza Unificata. Nel frattempo, la legge sancisce la conformità urbanistica ed edilizia degli interventi che non sono stati preceduti da un piano urbanistico di attuazione. L'importante è che la costruzione del nuovo immobile avvenga in ambiti già edificati e urbanizzati, quindi che vada a sostituire edifici già esistenti.

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