Inchiesta ultrà, respinto il ricorso di Christian Rosiello: l’ex bodyguard di Fedez resta in carcere
Il Tribunale del Riesame di Milano ha confermato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per Christian Rosiello, conosciuto anche per essere stato il bodyguard del rapper Fedez, e Riccardo Bonissi, I due ultrà del Milan erano stati arrestati lo scorso 30 settembre insieme ad altre 17 persone nell'inchiesta sulle curve di San Siro, sui presunti traffici illeciti e sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta negli affari delle tifoserie organizzate. Nei giorni scorsi, era stato confermato il carcere anche per l'ultrà interista Mauro Nepi e i domiciliari per Gherardo Zaccagni, gestore dei parcheggi esterni dello stadio.
Le accuse nei confronti di Christian Rosiello e Riccardo Bonissi
Stando a quanto ricostruito dalle indagini condotte dalla polizia e dalla guardia di finanza e coordinate dai pm Paolo Storari e Sara Ombra, Rosiello è accusato di estorsione sulla vendita di birre in curva e di associazione per delinquere. Il 41enne, considerato uno degli uomini più vicini al capo ultrà milanista Luca Lucci (anche lui in carcere), avrebbe preso parte anche a una serie di aggressioni come quella avvenuta nella notte tra il 21 e il 22 aprile scorso ai danni di Cristiano Iovino in zona Portello a Milano.
Pestaggio a cui avrebbe partecipato anche Fedez, indagato in un'inchiesta autonoma su questo fatto, ma non iscritto nell'inchiesta sulle curve, e il 35enne Bonissi.
Respinti i ricorsi anche di Mauro Nepi e Gherardo Zaccagni
Alcuni giorni fa, il Tribunale del Riesame ha respinto i ricorsi presentati anche da Mauro Nepi e Gherardo Zaccagni. Stando a quanto emerso nel corso delle indagini, il primo, ultrà e lanciacori interista, avrebbe preso parte a scontri con tifoserie avversarie e anche forze dell'ordine, oltre ad aver gestito "l'attività di bagarinaggio" e in questo modo favorito "gli ingressi illegali all'interno dello stadio in occasione delle partite".
Zaccagni, invece, è il gestore di alcuni dei parcheggi piazzati all'esterno del ‘Meazza'. Il 53enne è accusato di fabbricazione di documenti falsi e accesso abusivo a sistema informatico e finito ai domiciliari. Secondo i pm, avrebbe versato circa 4mila euro al mese "per circa due anni" ai capi ultrà interisti Vittorio Boiocchi, ucciso nel 2022, e Andrea Beretta, in carcere per l'omicidio di Antonio Bellocco.