Inchiesta Ferragni-Balocco, la Guardia di Finanza acquisisce il materiale dell’Antitrust
Il nucleo di polizia economico-finanziaria di Milano sta acquisendo le carte raccolte dall'Antitrust nell'ambito della vicenda dei pandori Ferragni-Balocco, ora al centro di un'inchiesta esplorativa coordinata dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco e aperta dopo l'esposto per truffa presentato da Codacons e Assourt. L'indagine della Procura milanese, al momento senza titolo di reato e a carico di ignoti, riguarda anche le uova di Pasqua sponsorizzate dall'imprenditrice digitale di Cremona nel 2021 e nel 2022.
La corposa documentazione raccolta dall'Antitrust, che ha comminato una maximulta da oltre un milione di euro per pratica commerciale scorretta dopo la vendita dei dolci natalizi Balocco, per aver fatto credere ai consumatori che l'acquisto del prodotto griffato Ferragni avrebbe contribuito a una donazione all’ospedale Regina Margherita di Torino, verrà presto esaminata dalle Fiamme gialle. Solo dopo la relazione della Guardia di finanza il procuratore Fusco deciderà così se e quale reato ipotizzare: non è escluso si possa trattare di frode in commercio.
Secondo l'Antitrust, infatti, le aziende riconducibili a Ferragni avrebbero guadagnato più di un milione di euro dall'operazione commerciale con fini benefici, quando in realtà la donazione all'ospedale Regina Margherita di Torino (pari a 50mila euro) era stata già effettuata dalla sola Balocco mesi prima.
"Un errore di comunicazione" per l'imprenditrice digitale che da giorni si è trincerata dietro un pesantissimo silenzio social. "Uno sbaglio in buona fede" che ha generato "equivoci" nonostante "il fine ultimo" dell'operazione che mescolava profitto commerciale e solidarietà fosse in fondo "buono".