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Inchiesta Equalize, Gallo: “Pazzali ha contatti nei Servizi. Mi chiese informazioni su La Russa e il figlio”

In una memoria depositata dai pm in vista del riesame degli arresti domiciliari si leggono le dichiarazioni messe a verbale da Carmine Gallo, ex super poliziotto morto a Milano il 9 marzo, indagato nel caso dei presunti dossieraggi di Equalize.
A cura di Alice De Luca
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Carmine Gallo, l'ex super poliziotto morto lo scorso 9 marzo, avrebbe detto in passato agli investigatori di aver ricevuto da parte di Enrico Pazzali, ex presidente di Fondazione Fiera Milano e titolare di Equalize, la richiesta di effettuare accessi abusivi all'Sdi (il sistema informatico delle forze dell'ordine) per avere informazioni su "La Russa" e "il figlio di La Russa". Una richiesta che arrivava, secondo Pazzali, da "una persona a cui non posso dire di no". Gallo, però, si sarebbe rifiutato di fare queste ricerche, chiedendosi se la "richiesta di Pazzali" fosse correlata alla "nota vicenda" sul presunto stupro di cui era accusato Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato.

Questo è ciò che di nuovo emerge in relazione al caso Equalize, l'agenzia investigativa al centro di un'inchiesta della Dda milanese, della Dna, dei carabinieri del Ros e del Nucleo investigativo di Varese, su presunti dossieraggi e accessi abusivi a banche dati. Le dichiarazioni di Gallo sono contenute all'interno di una memoria depositata dai pm in vista del riesame del 19 marzo, dopo che il giudice per le indagini preliminari ha respinto la richiesta di arresti domiciliari fatta dalla Procura per Pazzali. Negli atti gli inquirenti si sono soffermati sulle "fughe di notizie in favore di Pazzali", sui suoi "legami con ambienti istituzionali in grado di proteggerlo" e sulla sua "pericolosità".

La presunta richiesta di informazioni su La Russa e il figlio, indagato per stupro

Il super poliziotto ha poi detto agli inquirenti di non sapere perché quella persona e perché Pazzali gli aveva chiesto informazioni segrete su La Russa e il figlio. Il verbale, risalente allo scorso dicembre, non esplicita i tempi in cui Pazzali avrebbe fatto questa richiesta rispetto alla vicenda della presunta violenza sessuale, avvenuta invece nella notte tra il 18 e il 19 maggio del 2023. Gallo però spiega di aver "ripreso" Pazzali, perché non si dovevano fare questi accessi sul presidente del Senato.

I contatti tra Pazzali e i Servizi Segreti

Tra le dichiarazioni di Gallo messe a verbale risulta anche quella secondo cui Pazzali avrebbe avuto "contatti con i Servizi". I nomi di questi legami però sono stati coperti negli atti: "Pazzali è amico amico di (omissis) anche del Capo Centro di (omissis)".

Gallo, interrogato tre volte dai pm, ha descritto il "sistema illecito" dei report e degli accessi abusivi alle banche dati strategiche, di cui, ha ammesso, "me ne vergogno pure". Successivamente ha detto di aver tenuto "aggiornato su tutto" Pazzali, per il quale il suo "socio occulto era lo Stato". Quando lui diceva, ha spiegato l'ex super poliziotto, "‘il socio occulto ha preso già i soldi', vuol dire che avevamo pagato già".

La minaccia per strada all'avvocata di Gallo e Calamucci

Nella stessa annotazione in cui è contenuto il verbale, compare poi anche la descrizione  un'aggressione avvenuta ai danni di Antonella Augimeri, avvocata che difendeva Gallo e Nunzio Samuele Calamucci, hacker indagato nell'inchiesta sulle presunte cyber-spie. La legale avrebbe raccontato di essere stata minacciata in strada a Milano il 20 febbraio da una persona ignota, che le disse che lei e un giornalista avrebbero dovuto "finirla di parlare di De Marzio", ex carabiniere indagato con presunto nome in codice "Tela". L'aggressore la intimò anche di "dire al suo cliente Calamucci che deve cambiare le sue dichiarazioni su De Marzio". L'avvocata a quel punto si difese con uno spray urticante.

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