Caso Equalize, minacce estorsioni e dossier con l’aiuto dell’ndrangheta: altri 9 arresti

"Mi devo rivolgere a qualcuno di malaffare". Con queste parole l'ex super poliziotto Carmine Gallo ha portato l’ndrangheta all'interno del nuovo filone d’indagine sulle cyber-spie del caso Equalize, la società di investigazioni private finite al centro di un'inchiesta su un presunto furto di dati. Quel "qualcuno" a cui si riferiva Gallo è Nunziatino Romeo, pentito di ‘ndrangheta, legato alla cosca Barbaro-Papalia. Sarebbe proprio dalle sue rivelazioni che il gip di Milano, Fabrizio Felice, avrebbe disposto nuovi arresti per altre nove persone con l'accusa di tentata estorsione mafiosa.
Così, il fermo di Lorenzo Sbraccia, imprenditore e immobiliarista romano fondatore della società Fenice spa, e l'arresto avvenuto nella notte tra domenica 13 e lunedì 14 aprile dai carabinieri del Ros con l'accusa di tentata estorsione in concorso, aggravata dal metodo mafioso, ha portato a nuovi scenari e quindi a nuovi arresti. Queste nuove misure hanno riguardato Pasquale e Francesco Barbaro, Francesco Baldo, Umberto Buccarelli, Giuseppe Trimboli e Fulvio Cilisto e Nunziatino Romeo, già in carcere dallo scorso marzo.
"È un imprenditore privo di scrupoli e ossessivamente proiettato verso l’acquisizione illecita di informazioni riservate da usare per proteggere sé stesso e colpire i suoi nemici", ha detto di Sbraccia Francesco De Tommasi, pm di Milano. "È il classico affarista che si muove con disinvoltura nel sottobosco della politica e delle istituzioni, tessendo rapporti ai massimi livelli, anche nelle forze dell’ordine, per ottenere protezione e un’immagine che lo tenga al riparo da indagini".
La ricostruzione degli investigatori
Secondo gli investigatori, la società di Gallo ed Enrico Pazzali si sarebbe rivolta a una serie di "soggetti riconducibili, sulla base della storia giudiziaria, alla ‘ndrangheta" e con "proiezioni in Lombardia". Tra questi, ci sarebbero Nunziatino Romeo, ‘ndranghetista vicino alla famiglia Barbaro-Papalia, e Pasquale e Francesco Barbaro rispettivamente di Platì e Locri. Stando a quanto ricostruito, l'hacker Samuele Calamucci (ai domiciliari con braccialetto elettronico) avrebbe coordinato le attività di Romeo, mentre i Barbaro avrebbero avuto intenzione di subentrare in sub-appalto in alcune opere edili per le quali la Fenice spa di Sbraccia era general contractor.
A marzo il gip non aveva disposto misure cautelari nei loro confronti ritenendo che Sbraccia avrebbe voluto "solo chiudere il contenzioso" per ridurre "la somma" da corrispondere. Il pm Francesco De Tommasi, che coordina l'inchiesta su Equalize insieme al sostituto della Direzione nazionale antimafia Antonello Ardituro, ha ripresentato la richiesta rafforzata da ulteriori motivazioni che sono state accolte.