video suggerito
video suggerito

Inchiesta dossieraggi Equalize, arrestato l’imprenditore Lorenzo Sbraccia per tentata estorsione con metodo mafioso

Secondo le indagini, l’imprenditore e immobiliarista Lorenzo Sbraccia avrebbe chiesto a Equalize di risolvere un contenzioso su un cantiere di via Pini a Milano. La società, gestita da Carmine Gallo ed Enrico Pazzali, si sarebbe a sua volta rivolta a soggetti “riconducibili alla ‘ndrangheta”.
A cura di Enrico Spaccini
65 CONDIVISIONI
Immagine

Lorenzo Sbraccia, imprenditore e immobiliarista romano fondatore della società Fenice spa, è stato arrestato nella notte tra domenica 13 e lunedì 14 aprile dai carabinieri del Ros con l'accusa di tentata estorsione in concorso, aggravata dal metodo mafioso. La custodia cautelare in carcere è stata disposta dal gip di Milano Fabrizio Filice per un filone dell'inchiesta su Equalize e i presunti dossieraggi illegali. Sono stati arrestati anche Pasquale e Francesco Barbaro, Francesco Baldo, Umberto Buccarelli, Giuseppe Trimboli e Fulvio Cilisto. Anche Nunziatino Romeo, già in carcere dallo scorso 23 marzo per violenza privata aggravata all'interno della stessa operazione e pentito del processo ‘Ndrangheta stragista', è stato raggiunto dalla misura cautelare.

I pagamenti del cantiere di via Pini a Milano

Stando a quanto ricostruito dalle indagini, Sbraccia, già indagato per accesso abusivo a sistema informatico nell'inchiesta principale su Equalize, avrebbe deciso di interrompere i pagamenti a stato di avanzamento lavori del suo appaltatore, la società di costruzioni G&G della famiglia Motterlini, su un cantiere di via Pini a Milano. L'azienda G&G avrebbe, quindi, bloccato i lavori e depositato due ricorsi per decreti ingiuntivi da 35 milioni di euro.

A quel punto, tra aprile e maggio 2023 Sbraccia si sarebbe rivolto a Carmine Gallo, l'ex super poliziotto ai vertici di Equalize e deceduto lo scorso 9 marzo, chiedendo di trovare un "mediatore" che costringesse la società a sedersi al "tavolo di trattativa" e accettare una cifra "di gran lunga inferiore", pari cioè a 8 milioni di euro.

La ricostruzione degli investigatori e le decisioni del gip

Secondo gli investigatori, la società di Gallo ed Enrico Pazzali si sarebbe rivolta a una serie di "soggetti riconducibili, sulla base della storia giudiziaria, alla ‘ndrangheta" e con "proiezioni in Lombardia". Tra questi, ci sarebbero Nunziatino Romeo, ‘ndranghetista vicino alla famiglia Barbaro-Papalia, e Pasquale e Francesco Barbaro rispettivamente di Platì e Locri. Stando a quanto ricostruito, l'hacker Samuele Calamucci (ai domiciliari con braccialetto elettronico) avrebbe coordinato le attività di Romeo, mentre i Barbaro avrebbero avuto intenzione di subentrare in sub-appalto in alcune opere edili per le quali la Fenice spa di Sbraccia era general contractor.

A marzo il gip non aveva disposto misure cautelari nei loro confronti ritenendo che Sbraccia avrebbe voluto "solo chiudere il contenzioso" per ridurre "la somma" da corrispondere. Il pm Francesco De Tommasi, che coordina l'inchiesta su Equaliza insieme al sostituto della Direzione nazionale antimafia Antonello Ardituro, ha ripresentato la richiesta rafforzata da ulteriori motivazioni che sono state accolte.

65 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views