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Arresti tra ultras di Milan e Inter

Inchiesta Doppia Curva, Luca Lucci: “Mentre ero ai domiciliari parlai con i dirigenti del Milan: ho le chat”

Come si legge nelle trascrizioni depositate dopo la prima parte dell’interrogatorio, Luca Lucci, ex capo ultrà della curva Sud milanista, ha detto di aver avuto rapporti con i dirigenti del Milan mentre si trovava agli arresti domiciliari. Lucci ha anche respinto l’accusa di essere a capo di un gruppo ultrà che ha fatto affari e commesso violenze.
A cura di Alice De Luca
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Luca Lucci (foto da Facebook)
Luca Lucci (foto da Facebook)
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"Ho avuto rapporti mentre ero ai domiciliari anche con i dirigenti attuali del Milan e ci sono le chat sul mio telefono": lo ha dichiarato Luca Lucci, ex capo ultrà della curva Sud milanista, finito in carcere lo scorso settembre per associazione a delinquere e uno dei principali imputati del maxi processo sulla tifoseria delle curve di San Siro.

Le dichiarazioni di Lucci fanno parte delle trascrizioni depositate dopo l'esame che si è svolto a porte chiuse dell'aula bunker di Milano. Nell'interrogatorio davanti alla gup Rossana Mongiardo, che proseguirà domani, Lucci ha risposto alle domande del legale Alessandro Diddi, cercando di respingere l'accusa di essere a capo di un gruppo ultrà che ha fatto affari e ha commesso diverse violenze, tra cui un tentato omicidio.

Durante l'interrogatorio, Lucci ha commentato la decisione del club Milan (così come Inter e Lega Serie A) di costituirsi parte civile nel processo per il riconoscimento degli eventuali danni: "Il Milan come fa a mettersi parte lesa, perché il Milan sa benissimo di anni di rapporti con tutto il direttivo, con me", ha commentato.

"Io ho avuto rapporti con tutti i presidenti del Milan – ha spiegato Lucci – io andavo a casa di Berlusconi, non so quante volte, ho parlato di calcio con Berlusconi, ho parlato di calcio mercato (…) ho avuto rapporti con tutti". Relazioni mantenute, dice l'ex capo ultrà, "per una ragione di gestione della curva e di evitare problemi all'interno dello stadio". Tra le persone con le quali Lucci si confrontava ci sarebbe stato, appunto, anche Berlusconi: "Andavo a casa del dottor Berlusconi – si legge nelle trascrizioni – per quanto era di idee politiche totalmente distinte dalle mie (…) e le posso assicurare che con poche persone ho parlato di calcio in maniera intelligente come con il dottor Berlusconi". In anni più bui per il Milan, però, c'è quella "voglia di contestare andando contro tutto e tutti" e in quel momento, stando a quanto raccontato da Lucci, "subentra un ruolo intelligente di un responsabile" della curva, che "deve avere quel rapporto di comunicazione con il Milan e con i tifosi".

Dopo ave ricostruito la sua scalata al vertice della curva, il capo ultrà ha poi sostenuto di non aver mai guadagnato "dall'attività della curva". Per un periodo "della mia vita", ha aggiunto, "ho spacciato droga, però quello è un altro discorso e mi prenderò totalmente tutte le mie responsabilità". Lucci ha anche spiegato che "gestire una curva non è così semplice": in passato "la sicurezza a Milanello la faceva la curva del Milan (…) quando i giocatori facevano tardi a Milano nelle discoteche (…) si riportavano dentro a Milanello (…) quindi i segreti che sa la curva sul Milan...".

Lucci ha parlato anche di un "rapporto con le forze dell'ordine che è quotidiano (…) e nelle partite calde ci si organizza insieme a loro (…) con la Digos c'ho un rapporto di amore e odio". E poi ha detto che "la curva Sud non fa bagarinaggio" sui biglietti delle partite, descrivendo invece gli incassi fatti col merchandising come "magliette, sciarpe, cappellini, felpe".

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