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Inchiesta Doppia Curva, il politico Manfredi Palmeri accusato di corruzione: “Mai fatto favori a nessuno”

“In parte sono già stato scagionato. Resto fiducioso”, fa sapere il consigliere regionale Manfredi Palmeri, indagato nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Milano. E chiarisce: “Non ho mai avuto alcun interesse o legame con gli esponenti ultrà”
A cura di Francesca Del Boca
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C'è anche il consigliere regionale e comunale Manfredi Palmeri tra gli indagati che hanno ricevuto dalla Procura di Milano l'avviso di chiusura indagini nell'ambito dell'inchiesta Doppia Curva sul mondo del tifo organizzato del Meazza. Il politico è accusato di corruzione tra privati insieme a Gherardo Zaccagni, imprenditore che gestiva i parcheggi intorno a San Siro. "Ma non vi è alcuna connessione con i gravissimi fatti da codice penale contestati ad alcuni esponenti del tifo organizzato, che ignoro", fa sapere oggi in una nota l'ex presidente del Consiglio comunale a Milano dal 2006 al 2011. "Sono sereno, anche se amareggiato".

"Come emerge chiaramente anche dagli stessi atti dell'inchiesta, non ho infatti mai avuto alcun interesse o legame con gli esponenti ultrà in questione", sono state le sue parole a proposito delle indagini condotte dai pm Sara Ombra e Paolo Storari. "All’esito delle indagini, durate per molti anni, è stata abbandonata l’ipotesi secondo cui avrei ricevuto denaro in cambio di favori o atti contrari ai miei doveri aziendali", sono le sue parole oggi, dopo mesi di silenzio. "Migliaia e migliaia di pagine di atti ed intercettazioni telefoniche aventi ad oggetto simili scambi, quindi, non erano riferite a me e non mi riguardano. Ciò che resta è solo l’ipotesi di una presunta violazione del codice civile in rapporti tra privati". 

Palmeri, in quanto componente del consiglio direttivo della società che gestisce il Meazza M-I Stadio, per la Procura di Milano avrebbe affidato la gestione dei parcheggi durante i concerti del 2024 alla Kiss&Fly, che faceva capo all’imprenditore Gherardo Zaccagni, ricevendo in cambio quelle che la Dda ha etichettato come “utilità”. In particolare, il quadro Duomo, Milano dell’artista cinese Liu Bolin, dal valore di circa 11mila euro.

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"L’ipotesi di indagine che residua nei miei confronti è priva di fondamento, come sarà dimostrato in ogni sede. Ho soltanto svolto il mio dovere, senza prendere decisioni, non avendo titolo o potere per assegnare alcunché o favorire chicchessia, né faccio parte del Consiglio Direttivo della società", sempre Palmeri, eletto con Letizia Moratti. "Tanto meno ho fatto favori ad un operatore (Zaccagni, ndr) che da anni era stato scelto da entrambi i Club per tutte le partite a San Siro e che anzi, a quanto dichiarato lo avevano selezionato proprio per arginare le interferenze nella gestione dei parcheggi dello Stadio. A questo era stata rinnovata più volte la fiducia separatamente da tutti e due i Club, anche con un contratto per le prossime stagioni".

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