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Caso dossieraggi e dati rubati

Inchiesta dati rubati, un poliziotto ammette gli accessi abusivi: “Non sono riuscito a dire no. Era uno scambio di favori”

Il poliziotto Marco Malerba, interrogato nell’ambito della maxi inchiesta sui dossieraggi illeciti della Dda di Milano, ha ammesso davanti al gip Fabrizio Filice gli accessi abusivi alle banche dati segrete. Un reato che avrebbe commesso dato il suo legame con Carmine Gallo, ex numero uno della Squadra mobile milanese. “Non sono riuscito a dire di no al mio ex capo”
A cura di Francesca Del Boca
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"Sì, ho fatto gli accessi, ci scambiavamo favori. Era il mio ex capo e non sono riuscito a dire di no". Il poliziotto Marco Malerba, interrogato nell'ambito della maxi inchiesta sui presunti dossieraggi illeciti su cui indaga la Dda di Milano, ha ammesso davanti al gip Fabrizio Filice gli accessi abusivi fatti ai sistemi informatici per carpire informazioni riservate. Un reato che avrebbe commesso dato il suo legame con l'ex super poliziotto Carmine Gallo, numero uno della Squadra mobile milanese ora ai domiciliari insieme ad altri tre arrestati, che al tempo era suo superiore al commissariato di Rho.

L'ex poliziotto, che risolse il delitto di Maurizio Gucci e fu protagonista di numerose inchieste sulla ‘ndrangheta nel Nord Italia, si è invece avvalso della facoltà di non rispondere. "Sono stato un servitore dello Stato per 40 anni. Dimostrerò la mia innocenza", le sue uniche parole, prima di chiudersi nel silenzio.

Al centro dell'inchiesta della Dda c'è la società investigativa Equalize Srl, guidata dal socio di maggioranza e ex presidente di Fondazione Fiera Milano (e candidato in pectore del centrodestra per le prossime amministrative post Beppe Sala) Enrico Pazzali con Carmine Gallo, socio di minoranza e, per i magistrati, suo braccio operativo. Sotto, secondo quanto ricostruito dall'attività investigativa iniziata nel 2022, una squadra di hacker professionisti (in cima Nunzio Samuele Calamucci, arrestato) e membri conniventi delle forze dell'ordine.

Sarebbero stati oltre 800mila gli accessi abusivi commissionati alla società da "clienti" di ogni genere: ingressi illeciti per saccheggiare informazioni segrete custodite nelle banche dati nazionali ai danni di politici (Letizia Moratti, Matteo Renzi, Ignazio La Russa e persino Sergio Mattarella), imprenditori e personaggi delle più note dinastie di potere italiane (membri delle famiglie Agnelli, Del Vecchio e Caprotti), campioni sportivi (Marcell Jacobs) e personaggi spiati per ragioni familiari su richiesta di ex suoceri (Fulvio Pravadelli con il genero Alex Britti) o delle consorti (la giudice Carla Romana Raineri con i conti del marito).

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