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Inchiesta dati rubati, un informatico di Equalize: “C’è un livello superiore a Londra, è inquietante”

A gestire parte dello “spionaggio” di Equalize sarebbe stato anche un gruppo di persone all’estero: quella “mano oscura” di cui ha parlato anche l’informatico Massimiliano Camponovo (uno degli indagati) nel suo interrogatorio davanti al pubblico ministero.
A cura di Giorgia Venturini
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Sarebbe stato anche un gruppo di persone all'estero, in particolare a Londra, a gestire lo "spionaggio" di Equalize, la società di investigazione privata finita nell'inchiesta delle Procura di Milano con l'accusa di essersi appropriata in modo illegale di informazioni contenenti nelle banche dati in possesso alle forze dell'ordine. Lo avrebbe rivelato Massimiliano Camponovo, tra gli indagati e ora agli arresti ai domiciliari, nell'interrogatorio che è durato nove ore davanti al pubblico ministero Francesco De Tommasi e ai carabinieri di Varese che hanno seguito l'indagine. Ma chi era Massimiliano Camponovo?

Si tratta del socio di maggioranza di Mercury Advisor Srls. Stando a quanto sostiene la Procura, con il ruolo di tecnico era tra chi era parte attiva nell'estrapolazione in modo illegale di informazioni dalle banche dati che poi finivano nei dossier di Equalize.

Secondo l'accusa, contribuiva a redigere report per i clienti della società. Questo vorrebbe dire che Camponovo, come dichiara la Procura, avrebbe lavorato all'interno del "cuore pulsante" di Equalize, nelle mani di Enrico Pazzali, il presidente di Fondazione Fiera Milano che da quando è finito sotto indagine si è auto-sospeso, e dell'ex poliziotto Carmine Gallo. Anche quest'ultimo tra gli indagati. Camponovo sarebbe stato uno dei loro uomini di fiducia.

Cosa ha svelato Camponovo davanti al pubblico ministero

Davanti a inquirenti e investigatori, Massimiliano Camponovo avrebbe spiegato che le redini dell'associazione a delinquere – accusa contesta a parte degli indagati – sarebbero in parte da ricondurre (in che misura è in fase di accertamento) a una "dimensione estera prevalente e sovraordinata". Ecco quindi quale sarebbe quella "mano oscura" di cui si legge già in alcune intercettazioni negli atti della Procura. Camponovo avrebbe poi confessato di aver sbagliato, ma anche di aver paura proprio di quella "mano oscura". Chi faccia parte però di questa "mano oscura" resta ancora un mistero: Camponovo avrebbe detto di non sapere i nomi delle persone che apparterebbero a quel livello superiore che avrebbe collaborato con la società di Pazzali e Gallo. Si saprebbe solo ora che quella dimensione estera avrebbe sede a Londra.

E l'ombra inglese negli affari di Equalize era già presente negli atti della Procura. Dalle carte degli inquirenti era emerso che una professoressa universitaria, poi sostituita con un'altra, avrebbe guidato la centrale dei privilegi illeciti di informazioni dalle banche dati italiane. Tutto ora dovrà essere chiarito, soprattutto perché al momento non si saprebbero i nomi di collaboratori all'estero. Le indagini e l'interrogatorio nei confronti degli indagati andrà avanti anche nei giorni successivi.

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