Inchiesta dati rubati, tra gli “spiati” c’è anche il cantante Alex Britti: “Mi hanno pedinato”
Il cantante Alex Britti è intenzionato a difendersi dopo che il suo nome è comparso nell‘inchiesta della Dda di Milano su presunti dossieraggi illeciti ad opera della società Equalize. L'artista ha infatti recentemente nominato un legale che in questi giorni si è fatto avanti con la Procura per poter acquisire gli atti che lo vedono al centro di un'attività di spionaggio per questioni familiari. "La cosa più grave è che mi hanno anche pedinato", sarebbero state le parole del cantante romano prima di chiedere i documenti.
Secondo quanto emerso dalle indagini, a rivolgersi alla società privata di investigazioni che faceva capo a Enrico Pazzali e veniva amministrata dall’ex ispettore di polizia Carmine Gallo sarebbe stato infatti l'ex suocero di Britti Fulvio Pravadelli, ex Publitalia e direttore della Veneranda Fabbrica del Duomo: per gli inquirenti avrebbe cercato di raccogliere notizie compromettenti sul cantautore che si stava separando da sua figlia Nicole, proprio mentre tra i due era in corso una complicata causa civile per l'affido del figlio.
Per questo, raccontano le carte, sarebbe stata addirittura tesa una vera e propria "trappola" a Britti e un amico, fermati il 2 dicembre 2021 a Milano in stazione Centrale da un finto controllo di polizia. Il fine, stando alle intercettazioni raccolte dagli inquirenti coordinati dal pm Francesco De Tommasi, quello di raccogliere eventuali prove per screditare Britti a favore dell'ex moglie, in vista del processo. Senza contare una decina di pedinamenti, accessi abusivi ai suoi dati personali e il tentativo di ingaggiare giornalisti compiacenti per "stressarlo".
L'incarico conferito a Equalize "è un mandato conferito esclusivamente a tutela della figlia, non è mai stato quello di acquisire informazioni pregiudizievoli sul medesimo, né tantomeno di spiarne la vita", ha fatto intanto sapere l'avvocato di Pravadelli Jacopo Pensa.